Category Archives: 3D Reconstruction

Pile 3Dwelling (in corso)

Progetto di valorizzazione e monitoraggio dei legni del sito UNESCO Lucone di Polpenazze del Garda (BS)

Il progetto “Pile 3Dwellings” per la comunicazione, il monitoraggio e la valorizzazione per il sito archeologico Lucone di Polpenazze (BS) – sito UNESCO -, nasce grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia,competente per la tutela del territorio, la  Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza Brianza, Pavia, Sondrio, Varese, da cui dipende il Laboratorio per il Restauro del Legno Bagnato, la Fondazione “Piero Simoni”, ente gestore del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo (BS), 7emezzo.biz e AerariumChain.

Il progetto si declina in differenti azioni che hanno come scopo quello di valorizzare le potenzialità del sito del Lucone, uno dei siti più importanti in Europa per la conservazione di elementi strutturali in legno appartenenti all’alzato. Si tratta di parti di pareti, travi, capriate, frammenti di davanzali, soglie, porte che, dopo un attento lavoro di documentazione e restauro, potranno consentire una ricostruzione sempre più accurata scientificamente di case in legno di 4000 anni fa.

Il progetto prevede sia una ricostruzione virtuale interattiva che permetterà al visitatore di consultare la collocazione e lo stato di conservazione di alcuni elementi inseriti nella scena virtuale, sia una campagna di monitoraggio tramite scansioni laser di diversi reperti lignei rinvenuti negli anni. Il progetto consentirà dunque di seguire il progressivo restauro e studio degli straordinari reperti del Lucone.

Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino

Il fenomeno delle palafitte ha caratterizzato l’area alpina nel corso di un vastissimo arco temporale che dal Neolitico arriva sino all’Età del Ferro (5300-500 a.C.). Le particolari condizioni ambientali lungo le rive di laghi, fiumi, stagni e paludi, dove sorgevano gli abitati, hanno preservato in maniera ottimale questi manufatti unici, preziosa fonte per la ricostruzione storica, economica e naturalistica. 

Nel giugno del 2011 il sito seriale transnazionale “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” è stato inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. I 111 luoghi selezionati, tra circa 1000 esistenti, sono dislocati tra Svizzera, Francia, Germania, Austria, Slovenia e Italia, dove sono 19 tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino e Friuli Venezia Giulia. 

Le aree archeologiche sono state scelte in quanto rappresentative a livello cronologico e geografico del fenomeno, illustrative di variabili strutturali, con condizioni di conservazione adeguate e con un potenziale per indagini future e per valorizzazione e divulgazione, anche in relazione a musei e parchi naturali. La creazione del sito UNESCO sottolinea l’unicità di questi contesti e l’eccezionalità dei ritrovamenti, ma anche la loro fragilità che necessita di un maggiore impegno per preservarli a vantaggio delle generazioni future.

Il sito di Lucone di Polpenazze è iscritto al sito seriale transnazionale UNESCO “Pile dwellings around the Alps”. Oltre l’assoluta importanza storico-culturale dei siti che hanno aderito, la rete costituisce un valido esempio di collaborazione internazionale che ha permesso la progettazione e lo sviluppo di progetti di ricerca complessi, eventi congiunti e bandi di ricerca.

L’area gardesana e Polpenazze del Garda 

L’area del Lago di Garda è fondamentale per lo studio delle palafitte dell’Età del Bronzo in Italia. Sono presenti insediamenti sia lungo le coste meridionali, che nelle torbiere, in antichità occupate da piccoli laghi. 

Il Lucone di Polpenazze è uno dei bacini inframorenici più estesi tra quelli del gardesano, posto a Ovest del lago, in provincia di Brescia. Le prime indagine archeologiche risalgono solamente agli anni ’60 del XX secolo e le successive ricerche hanno portato all’individuazione di 5 insediamenti differenti. 

La prima occupazione umana del bacino risale al IV millennio a.C. (Lucone C), ma il momento di massima frequentazione si data alla fase antica e media dell’Età del Bronzo tra il 2200 e il 1400 a.C. circa (Lucone A,B,D,E).

Il sito Lucone D

Dal 2007 il Museo Archeologico della Valle Sabbia, con il sostegno economico di Regione Lombardia e dei comuni di Gavardo e Polpenazze del Garda, ha ripreso le ricerche con uno scavo nel sito Lucone D, sul lobo orientale del bacino, già oggetto di un piccolo saggio nel 1986. La particolarità di questo abitato, di durata limitata rispetto agli altri, risiede nell’incendio che lo ha interessato non molti anni dopo la sua prima costruzione. Numerose case sono bruciate, causando il crollo in acqua di strutture in legno e restituendo agli studiosi molti elementi che di solito non si conservano: nella maggior parte dei casi, infatti, di questo tipo di abitazioni vengono rinvenuti solo i pali verticali di sostegno.

Ogni anno dall’area di scavo provengono numerosi manufatti in ceramica, osso, pietra e metallo, oggetti funzionali e ornamentali, testimoni delle abitudini di vita degli abitanti delle palafitte, ossi di animali e resti vegetali, che forniscono informazioni sulla loro dieta e economia, ma anche semi, spighe e polline, che permettono di ricostruire l’ambiente naturale circostante. 

Gli elementi lignei rinvenuti finora sono oltre 1300 (zappe, recipienti, vassoi, suppellettili, …) e vengono progressivamente sottoposti ad analisi dendrocronologiche che hanno stabilito, ad oggi, che i pali ricavati dagli alberi abbattuti in epoca più antica risalgono al 2034 a.C. e i più recenti al 1967 a.C. L’abitato deve avere quindi avuto una durata di circa 70 anni, durante i quali si è verificato l’incendio. 

Tra i manufatti in legno degli ultimi anni si possono citare un manico decorato di uno strumento in legno di difficile identificazione, rinvenuto nel 2018 e un manufatto ligneo, provvisoriamente interpretato come gerla, composto da un elemento a forcella che racchiudeva un intreccio vegetale, rinvenuto nel 2019. Negli anni precedenti erano state individuate due travi in legno di quercia, lunghe 8 metri e caratterizzate da 25 fori quadrangolari e nel corso dell’ultima campagna di scavo, conclusa nell’agosto 2020, è stata riportata alla luce una porta con asole e chiavistelli datata al 2034 a.C.  

Monitoraggio degli elementi lignei

In questo contesto di scoperte di inestimabile valore, risulta fondamentale conoscere e monitorare la condizione dello stato di conservazione degli elementi lignei. L’obiettivo è duplice: evitare un possibile deterioramento una volta portati alla luce, ma soprattutto aumentarne la durabilità nel tempo.

La soluzione di monitoraggio identificata è quella proposta dalla startup AerariumChain. Grazie all’impiego di nuove tecnologie e strumentazioni ad alta precisione, il sistema consente un controllo affidabile e facilmente ripetibile delle condizioni dei reperti.

AerariumChain utilizza attualmente scanner a luce strutturata, i quali forniscono modelli 3D ad alta definizione dei reperti. Comparando diverse scansioni, grazie a sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, è possibile identificare precocemente fenomeni di deterioramento del reperto, ma anche avviare per tempo i processi curativi necessari.

Il monitoraggio, basato su tecnologie all’avanguardia, diventa anche un driver per la creazione di nuove modalità di fruizione, tra cui la ricostruzione 3D, la realtà aumentata e la stampa 3D per incrementare l’accessibilità dei musei.

Intervento di ricostruzione 3D

Lo scopo dell’intervento di è ricollocare nel contesto originale gli elementi lignei e i reperti che sono stati rinvenuti durante le campagne archeologiche, al fine di comprendere l’architettura dei complessi abitativi palafitticoli, la tecnica costruttiva delle strutture portanti e il loro assemblaggio. 

La ricostruzione 3D costituisce un punto di arrivo per questi primi 15 anni di analisi e ricerche multidisciplinari condotte su questo sito. Oltre all’architettura, infatti, verranno rappresentati puntualmente la flora, la fauna e le coltivazioni coeve che caratterizzavano l’ambiente circostante l’abitato D. All’interno della ricostruzione virtuale verranno anche inserite le scansioni dei manufatti rinvenuti e degli oggetti lignei monitorati. La ricostruzione 3D è interattiva e permette all’utente di consultare in tempo reale la collocazione, lo stato e i dati di conservazione del legno. 

Il flusso di lavoro (workflow) è caratterizzato da un ambiente condiviso on line per la gestione e l’archiviazione dei dati. Per gestire l’avanzamento del lavoro viene utilizzato Gitlab. Tutti i software utilizzati sono open-source, come per esempio il modellatore utilizzato (Blender) oppure l’ambiente di sviluppo della scena 3D (Unreal Engine 4). 

INTERVENTI CONCLUSI

SCANSIONI

Sono state condotte diverse scansioni tridimensionali fotogrammetriche di reperti ceramici e di altri manufatti conservati al MAVS,  utili alla ricostruzione virtuale della palafitta

RESTAURO VIRTUALE

Le scansioni delle travi in legno sono state «pulite», ridimensionate per essere inserite in altri flussi di lavoro e ricostruite virtualmente per ricreare la loro forma originale. 

ULTIMI AGGIORNAMENTI

Presentazione risultati campagna di scavo 2021 al Lucone di Polpenazze

Martedì, 21 Settembre, 2021

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2021, venerdì 24 settembre alle ore 17:00, presso la Soprintendenza BAP-BG-BS, via G. Calini (BRESCIA), ci sarà la conferenza “Novità dagli scavi della palafitta del Lucone di Polpenazze”, tenuta da Marco Baioni, direttore degli scavi e del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo.

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Lo stesso giorno, alla ore 18:00 presso l’Info Point, Palazzo Martinengo Cesaresco (BRESCIA), ci sarà la visita guidata a “Palafittes, patrimonio dell’Umanità”
▸ La prenotazione è obbligatoria: inviare una mail a claudia.pepe@beniculturali.it entro le 18:00 di mercoledì 22 settembre.

☛ Per la partecipazione agli eventi, sarà necessario essere in possesso di GREEN PASS

Ricostruzione e plastico 3D – Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica

Plastico e Stampa 3D di Civitas Camunnorum

Azione di valorizzazione del Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro di Cividate Camuno (BS) e Area archeologica del santuario di Minerva a Breno (BS): Ricostruzione 3D del Teatro, dell’Anfiteatro; Realizzazione pannellistica trasparente per la ricostruzione visiva a traguardo ottico; stampa 3D del plastico dell’area

Incaricati dal Ministero dei Beni Culturali (SABAP – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bergamo e Brescia), abbiamo contribuito all’azione di valorizzazione del  Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica a Cividate Camuno (BS). In particolare, ci siamo occupati della realizzazione della ricostruzione del teatro e dell’anfiteatro del parco e della stampa 3D, in collaborazione con 3D Italy – Milano.

Scopri di più sul Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica

Ad una prima fase di modellazione 3D basata sulle fonti antiche e sui dati provenienti dallo scavo (LEGGI QUI SULLA RICOSTRUZIONE 3D), le mesh utilizzate per la ricostruzione 3D sono state ottimizzate per la stampa 3D. Grazie alla partnership con 3D Italy, azienda leader nel settore, è stato possibile porzionare i modelli e realizzare il plastico.

La stampa 3d additiva o produzione a strati (in inglese: Additive Manufacturing, o AM) è un processo industriale impiegato per fabbricare oggetti partendo da modelli 3D computerizzati, aggiungendo uno strato sopra l’altro, in opposizione alle metodologie tradizionali di produzione sottrattiva (fresatrici o torni), che partono da un blocco di materiale dal quale vengono rimossi meccanicamente trucioli.[wikipedia – Produzione additiva]

La stampante utilizzata è ULTIMAKER è una delle aziende leader in Europa nella produzione di stampanti 3D FDM (filamento). Sviluppa ormai da diversi anni tecnologie di fabbricazione additiva e le diverse stampanti 3d prodotte dalla casa olandese sono state premiate da autorevoli riviste di settore per l’elevata qualità di stampa e l’eccellente usabilità.

Il risultato è stato un modello 3D in parte amovibile, in parte invece smontabile per permetterne l’ispezione. Questa caratteristica rende il plastico un supporto didattico insuperbile, per la conoscenza dell’architettura antica e dell’archeologia di Cividate Camuno.

Scopri di più sui pannelli a traguardo ottico

Ricostruzione 3D delle Terme Centrali di Porto Torres (SS) – Turris Libisonis

Progetto finanziato dal Polo Museale della Sardegna (MIBACT), Museo archeologico nazionale “Antiquarum Turritano”, sviluppato in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali – Università degli Studi di Padova e Teravista srl.

Partendo dall’analisi e studio dell’edito e dalle scansioni fotogrammetriche effettuate da drone dell’area del Parco Archeologico di Porto Torres, è stato possibile sviluppare una proposta ricostruttiva dell’area, idealmente immaginata nel III sec. d.C. La ricostruzione comprende l’edificio delle Terme Centrali, del Cardo adiacente e delle tabernae che vi si affacciano.

La dott.ssa Maria Letizia Pulcini, direttrice del Museo archeologico nazionale “Antiquarum Turritano”, ha presentato in anteprima la ricostruzione in 3D e i risultati scientifici derivati, all’edizione 2020 di TourismA, il salone internazionale dell’archeologia e del turismo culturale. Era presente anche una installazione all’interno dello stand dedicato alla Sardegna.

Vuoi saperne di più su Turris Libisonis?
Visita la pagina dedicata del portale Sardegna Turismo

Ricerca d’archivio

Le ricerche nell’archivio effettuate dal Museo Archeologico nazionale “Antiquarium Turritano” e il confronto continuo con esperti del settore hanno portato alla definizione di una proposta ricostruttiva aggiornata delle Terme Centrali e dell’area circostante con tutte le indagini archeologiche condotte nell’area a partire dagli anni ’30 ad oggi.

Fotomodellazione 3D

Inoltre, nell’area archeologica sono state condotte operazioni di scansione 3D aereo-fotogrammetriche da drone (in collaborazione con Teravista srl) finalizzate all’acquisizione di modelli metrici da utilizzare come base per la ricostruzione 3D.

Modellazione degli asset

I modelli 3D presenti all’interno della scena sono stati sviluppati e modellati ad hoc, e derivano da disegni di manufatti rinvenuti nell’area oppure coevi all’epoca di ambientazione della scena virtuale.

Reverse Modeling

Le scansioni sono state elaborate per essere utilizzate in un workflow rivolto alla creazione del modello 3D ideale dell’anfiteatro. Tale processo è chiamato “reverse engineering”, ovvero il procedimento che cattura la forma dell’oggetto scansionato – tramite fotomodellazione in questo caso – e ne interpreta ed elabora le peculiarità geometriche.

Real Time Lighting

L’ambientazione possiede diverse fonti luminose, che determinano l’illuminazione della scena in tempo reale. Per uno studioso è importantissimo valutare quale e quanti punti di illuminazione potevano essere presenti in un’ambiente, per poter meglio valutare il grado di visibilità delle decorazioni presenti all’interno dell’edificio, e come possano influire sui visitatori di duemila anni fa.

Ricostruzione dal reale

Le forme architettoniche idealizzate sono state assemblate virtualmente secondo gli studi condotti dagli esperti negli anni passati, al fine di poter ricostruire gli alzati e le volumetrie da poter replicare lungo tutta la planimetria. Tutti i modelli tridimensionali e le texture sono stati inseriti in un motore tridimensionale (3D engine) che ha permesso di realizzare un filmato che mostra alcuni scorci grazie a delle camere virtuali mosse su percorsi prestabiliti.

IMMAGINI 360°

Di alcuni scorci sono state esportate immagini panoramiche a 360° (proiezione equirettangolare), con la finalità di creare un tour panoramico virtuale, georeferenziato nell’area del parco archeologico. Le immagini sono richiamabili facilmente, grazie alla app di Teravision: posizionati nel punto desiderato e con un tap potrai vivere l’emozione di camminare nel passato.

Risultato finale

Per la realizzazione della clip ci siamo immaginati di rivivere una tarda mattinata primaverile, appena dopo un forte acquazzone che ne ha bagnato la sabbia dell’arena, in un giorno in cui non venivano svolti ludi.

Il video mostra una scena vuota rendendo lo spettatore il visitatore privilegiato di questo imponente edificio. La documentazione e il filmato realizzato non solo permettono di far fronte a problematiche attuali, ma consentono anche alle future generazioni di conoscere e diffondere il nostro passato.

NB. Il video sarà diffuso a breve, per ora è possibile osservarlo nella parte finale della presentazione di TourismA 2020.

Pannellistica nel Parco

Parte dei render effettuati sono stati poi utilizzati a complemento della pannellistica del Parco Archeologico.

TourismA 2020

Edizione 2020 di tourismA, il salone internazionale dell’archeologia e del turismo culturale.

‼️ Grande successo di pubblico per lo stand di #portotorres all’interno dello spazio dedicato alla Sardegna.

💬 La dott.ssa Maria Letizia Pulcini, direttrice del Museo archeologico nazionale “Antiquarum Turritano”, ha presentato in anteprima la ricostruzione in 3D delle terme centrali e delle tabernae del cardo. Il progetto è stato realizzato dal Polo Museale della Sardegna insieme al prof. Jacopo Bonetto e al dott. Arturo Zara del Dipartimento dei Beni Culturali – Università degli Studi di Padova, al dott. Daniele Bursich di Archeologia Sette Mezzo e a Gianni Alvito di Teravista.

#polomusealedellasardegna
#turrislibisonis #tourisma20 #museiitaliani #mibact #3D #virtualarchaeology

Giornate Europee del Patrimonio

Museo archeologico Antiquarium Turritano e area archeologica di Porto Torres
26-27 settembre 2020

Sabato 26 verrà presentato il progetto di riproduzione 3D delle terme centrali e delle botteghe dell’antica colonia di Turris Libisonis, realizzato dalla Direzione Regionale Musei della Sardegna in collaborazione con  Jacopo Bonetto e Arturo Zara del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, Daniele Bursich di Archeologia 7emezzo e Gianni Alvito di Teravista. La tecnologia rappresenta uno straordinario strumento che, se ben applicato all’ambito dei beni culturali ed in particolare nei musei e integrato con i sistemi comunicativi tradizionali, può facilitare non solo il coinvolgimento emotivo del pubblico, ma anche l’apprendimento e la diffusione del sapere.

Domenica 27 i visitatori saranno accompagnati dalla direttrice del Museo, Maria Letizia Pulcini, alla scoperta delle Terme Maetzke, uno spazio dell’area archeologica di Turris Libisonis abitualmente chiuso al pubblico.

LINK 

LINK “LA NUOVA SARDEGNA”

SCARICA PDF “LA NUOVA SARDEGNA”

Pubblicazione Scientifica

All’interno della rivista scientifica di Fascia A “ACME” (Annali della Facoltà di Studi Umanistici) dell’Università degli Studi di Milano,, è stato pubblicato nel 2023 un contributo che mira a presentare metodi e risultati del progetto di restauro virtuale di un settore dell’antica Porto Torres/Turris Libisonis (Terme centrali, via adiacente e bot-teghe prospicienti – cd. palazzo del Re Barbaro), frutto di un accordo di collaborazio-ne tra la Direzione Regionale Musei Sardegna e l’Università degli Studi di Padova. Il contributo in Open Access è scaricabile gratuitamente (vedi link qui sotto “LEGGI”).

Citazione

J. Bonetto, D. Bursich, M. L. Pulcini, A. Zara, Le terme Centrali di Porto Torres (SS): rilievo e ricostruzione 3D. 2023, ACME – Annali della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Milano, V. 75 N. 2 (2022), pp. 47-72.

LEGGI

Villaggio Neolitico

Villaggio Neolitico

Abbiamo realizzato per il Museo Archeologico di Piadena una ricostruzione 3D del villaggio neolitico del Vhò del territorio Piadenese.

La ricostruzione 3D del villaggio si basa su dati reali di scavo, sullo studio dei materiali e sullo studio di modelli insediativi coevi a quello indagato, come quello di Lugo di Romagna (RA). Tutto il villaggio è esplorabile, così come parte della natura circostante. L’applicazione è inserita all’interno di un tavolo touch screen collegato ad un proiettore, un potente strumento didattico adatto a grandi e piccini, fruibile con un semplice joystick wireless.

Grazie all’utilizzo di questo schermo touch screen, è possibile navigare tra le capanne e incontrare alcuni attrezzi e oggetti d’uso quotidiano (asce, falcetti, vasi, ecc). Se ci si avvicina, compare la scheda di approfondimento per segnalare la collocazione del reperto archeologico nella vetrina corrispondente. In questo modo, il manufatto viene contestualizzato virtualmente con la sua forma e funzione originale, percependolo immediatamente.

Porticus di Livia

La mostra virtuale – ArtVerona 2015

Il Portico delle Meraviglie è un progetto di realtà virtuale nato in collaborazione con Zoe, una galleria d’arte con sede a Lodi.

In occasione della fiera ArtVerona2015, è stata allestita virtualmente una mostra di arte contemporanea all’interno di una porticus di età romana imperiale, in cui si declinano binomi concettuali quali il privato e il pubblico, il voyerismo e collezionismo, l’antico e il contemporaneo, il reale e il virtuale, e molto altro ancora.

Tramite un visore e un joypad il visitatore viene condotto dentro ad un edificio pubblico d’incontro e contemplazione, arricchito da numerose opere d’arte collocate in diversi punti dello spazio virtuale.  Avvicinandosi ad un’opera compare subito una didascalia che informa il visitatore in merito al nome, alla data di realizzazione e alla collocazione originale dell’opera scelta.

Al centro del vasto portico vi è posto un Sacellum, una piccola area recintata senza copertura con un’Ara (un altare) al centro, dove arde il fuoco della Conoscenza che con la sua luce illumina il giorno e la notte di sapere. L’altare è dedicato alla Dea della Concordia, una divinità che simbolicamente arricchisce l’edificio di alti significati: l’auspicio del raggiungimento dell’armonia tra le comunità. Chiunque può addentrarsi nella porticus, anche musicisti, filosofi, poeti, artisti, oppure viandanti, agricoltori o commercianti. L’arte gioca così un ruolo fondamentale: oltre che essere una cosa pubblica, è un valido strumento di integrazione sociale.

Bedriacum 85 d.C. – Trailer (2015)

Bedriacum 85 d.C. – Trailer

Abbiamo realizzato un video trailer del Vicus di Bedriacum (Calvatone – CR), indagato dagli anni ’60 ai giorni nostri.

Il sito è un villaggio di età romana costituito da diverse aree produttive e abitative. Una di queste, la Domus del Labirinto, è stata individuata negli anni ’60 dal Soprintendente M. Mirabella Roberti e scavata dal 2001 al 2006, dall’Università degli Studi di Milano.

Il video prodotto è stato modificato implementando studi e dati nuovi, che hanno permesso una nuova interpretazione delle pareti dei cubicula e dei triclinnii, oltre che dei pavimenti di tutta la struttura.

Il risultato di queste ricerche è stato pubblicato integralmente nel 2008 in DVD “Calvatone-Bedriacum. I nuovi scavi nell’area della Domus del Labirinto (2001-2006), a cura di M.T. GRASSI, Milano 2008″ e nel 2013 nel libro “M.T. GRASSI (a cura di), Calvatone-Bedriacum. I nuovi scavi nell’area della Domus del Labirinto (2001-2006). Mantova 2013″.

Progetto calvatone