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Convegno AIPMA 2022 – Il 3D per la rilettura del contesto architettonico e decorativo della Villa Romana di Desenzano del Garda. Ricerca scientifica e valorizzazione.

IL 3D PER LA RILETTURA DI UN CONTESTO ARCHITETTONICO E DECORATIVO

7mezzo.biz e l’Università di Verona fanno scuola al prestigioso Convegno triennale AIPMA – Association Internationale pour la Peinture Murale Antique, svolto a Cartagena (Spagna) dal 12 al 16 Settembre 2022.

Il convegno ha rappresentato un’importante vetrina per presentare alcuni dei risultati del progetto E-Archeo a cui abbiamo collaborato. 

Il progetto E-Archeo, promosso dal Ministero della Cultura e coordinato dalla società ALES S.p.A, ha l’ambizione di estendere l’uso del 3D a numerosi siti italiani statali non solo per generare ricostruzioni virtuali utili a migliorare la fruizione al pubblico, ma affinchè esse diventino prezioso strumento per la ricerca scientifica.

Al convegno abbiamo presentato i risultati della sperimentazione della metodologia del progetto su un caso di studio, costituito dalla Villa Romana di Desenzano del Garda (BS), che ci ha portati a presentare una ricostruzione virtuale della villa attraverso una revisione dell’edito e l’utilizzo delle nuove tecnologie.

La villa romana di desenzano

La Villa Romana di Desenzano del Garda (BS) rappresenta una delle ville romane tardo-antiche meglio conservate del Nord-Italia. Il complesso, appartenente sicuramente ad una famiglia di alto rango (uno degli ultimi proprietari potrebbe essere stato Flavius Magnus Decentius, fratello dell’imperatore Magnenzio, che regnò dal 350 al 353 d.C.) , fu edificato tra III e IV sec. d.C. sopra ad un edificio precedente, una villa rustica destinata alla produzione di olio (una tradizione ancora molto sentita in area Gardesana) e forse vino.

La villa, oggi visitabile e celebre per i suoi vivaci pavimento a mosaico, doveva affacciarsi anticamente sul lago ed era dotata di moli, banchine e vasche per l’allevamento ittico.

Scopri di più sulla Villa Romana di Desenzano 

La Villa Romana di Desenzano

La planimetria della Villa

FLUSSO DI LAVORO

1 – Dal dato scientifico…

Il primo passo ha previsto l’acquisizione, l’analisi, la sistematizzazione dei dati scientifici già editi e la ricerca di confronti, vicini per cronologia e destinazione d’uso, che favorissero la comprensione degli aspetti architettonici e decorativi del contesto di Desenzano. Il dato scientifico è infatti imprescindibile per proporre una ricostruzione filologica di un contesto archeologico.

Il Ninfeo B della Villa Romana di Desenzano – situazione attuale

2 – …alla ricostruzione 3D

A seguito della ricerca bibliografica è stato possibile compiere il secondo passo verso la ricostruzione 3D della villa. A partire da un rilievo fotogrammetrico di tutto il sito, è stato possibile modellare e ricostruire virtualmente le volumetrie della villa con l’utilizzo dell’Extended Matrix (EM), un sistema di raccordo tra rilievo 3D, fonti e modello 3D ricostruttivo che permette di tracciare i processi cognitivi di anastilosi virtuale. 

L’Extended Matrix permette di tenere traccia e di organizzare la documentazione archeologica, i confronti e le citazioni ad articoli, fonti, immagini, ecc. in modo che le successive fasi di modellazione risultino tracciabili e accurate. A partire quindi da un rilievo 3D è possibile sovrapporre più USV (Unità Stratigrafiche Virtuali), connesse tra loro da una matrice relazionale estesa, ovvero un classico Matrix che lega le USV da relazioni di contemporaneità, posteriorità, anteriorità, ma che inoltre consente di trasportare con sé metadati. In questo modo viene reso trasparente il processo ricostruttivo, fornendo un grado di affidabilità agli elementi presenti nella scena, espressi da quattro livelli principali: reperti esistenti in situ (rosso), USV strutturali (blu), USV non strutturali (verde – ipotesi di ricostruzione non basate su elementi in situ), anastilosi (giallo – ricostruzioni basate su elementi tangibili non più in situ). Questo flusso di lavoro è basato su Blender e abbraccia la filosofia FLOSS.

Una volta completato il processo ricostruttivo “scientifico” della villa, la società Carraro Lab ha potuto trasformare queste informazioni in un modello 3D “artistico”, con texture estremamente accurate. I risultati sono stati pubblicati su piattaforma Zenodo

Ninfeo B della Villa Romana di Desenzano – Extended Matrix

Dall’architettura all’apparato decorativo

Il risultato è sicuramente di impatto: abbiamo infatti potuto proporre, con solidi metodi filologici, una ricostruzione virtuale di uno degli ambienti più affascinanti della villa: il viridarium posto alle spalle delle sale di rappresentanza della Villa di Desenzano. La ricostruzione non si è limitata alla rilettura delle architetture di questo spazio, ma è stata estesa alla ricostruzione della sua decorazione pittorica. Partendo da alcuni lacerti di affresco ancora conservati in situ, e attraverso il confronto con contesti meglio conservati dove è testimoniata una simile decorazione (per es. Efeso, Pergamo, Bulla Regia) è stato possibile restituire la ricostruzione dell’hortus pictus decorato con motivi fitomorfi ornamentali.

Ninfeo B della Villa Romana di Desenzano – Extended Matrix

La villa di Desenzano non è l’unica area dell’area Gardesana in cui abbiamo sperimentato questo tipo di tecnologia: un simile approccio è stato utilizzato anche per la ricostruzione virtuale delle Grotte di Catullo a Sirmione. Ai due progetti Rai Storia ha dedicato il documentario e-Archeo: Parchi Archeologici Sirmione e Desenzano, St 2022Ep 1

Il progetto e-Archeo è stato ideato e commissionato da Ales SpA per conto del Ministero della Cultura. Le immagini utilizzate nel post hanno copyright e-Archeo.

Conferenza Archeoclimat – Nuove tecnologie per il patrimonio culturale minacciato dalla crisi climatica

7EMEZZO PER IL PATRIMONIO MINACCIATO DALLA CRISI CLIMATICA

Ogni giorno, a causa della crisi climatica, lo scioglimento dei ghiacciai e l’abbassamento del livello dell’acqua in laghi, fiumi e zone umide portano alla luce un patrimonio archeologico straordinariamente preservato, ma altrettanto a rischio.

L’affioramento di siti, manufatti antichi e reperti organici eccezionalmente conservati dal freddo o dall’assenza di ossigeno costituisce un’occasione unica per il progredire della ricerca archeologica, ma la frequenza ormai rapidissima di tali ritrovamenti getta gli studiosi e i restauratori in un costante clima di emergenza: occorre infatti intervenire prontamente per documentare, proteggere e valorizzare questo patrimonio, sia che si tratti un singolo manufatto che di un intero sito archeologico.

Le nuove tecnologie possono supportare gli studiosi in questo processo: ne abbiamo parlato a Novembre a Lione, in Francia, alla Conferenza Archeoclimat – Archaeological Heritage in a changing climate: understanding, preserving and promoting remains in wetland, underwater and in glacial environments. 

La conferenza si è tenuta dal 24 al 26 Novembre 2022 presso la Lumière University – Lyon 2, ed è stata promossa dal Regional Archaeology Service for the Auvergne Rhône-Alpes Region con il supporto del Gruppo di Coordinamento Internazionale del Sito UNESCO Transnazionale “Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino”, che dal 2011 riunisce 111 siti palafitticoli tra Svizzera, Francia, Germania, Austria, Slovenia e Italia, databili tra il Neolitico e l’età del Ferro (2300 a.C. – 500 a.C.)

Alla conferenza abbiamo portato il nostro contributo parlando, con il nostro gruppo di ricerca, della scoperta, documentazione, stabilizzazione, restauro fisico e virtuale, studio e monitoraggio di due travi in legno di quercia lunghe circa 8 metri  e dotate di 25 fori quadrangolari, scoperte nel 2015 e 2016 presso il sito D del Lucone di Polpenazze un abitato palafitticolo sito in area Gardesana e frequentato prevalentemente nell’Età del Bronzo. Il Lucone, grazie al frequente ritrovamento di pareti, travi, capriate, soglie e porte in legno risalente a circa 4000 anni fa, costituisce uno dei siti più importanti in Europa per la conoscenza dell’utilizzo del legno negli alzati delle palafitte.

Le due travi, risalenti a circa 4000 anni fa, sono state sottoposte a trattamento conservativo a Milano presso il Centro per il Trattamento del Legno Bagnato presso la Soprintendenza ABAP per le province di Como, Lecco, Sondrio e Varese, sono state analizzate dal CNR-IBE (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la BioEconomia) e sono state oggetto di monitoraggio prima e dopo la loro esposizione al pubblico presso il Museo Archeologico della Valle Sabbia a Gavardo (BS)

Le travi del Lucone esposte presso il MAVS – Museo Archeologico della Valle Sabbia

Credits: Archivio MAVS

Scanner a luce strutturata utilizzato per la scansione 3D dei reperti

Credits: Aerarium Chain

Noi di 7emezzo ci siamo occupati, con Aerarium Chain, della scansione 3D e del restauro virtuale delle due travi, per scoprire come venissero utilizzate nell’antichità.

La scansione è stata condotta tramite scanner a luce strutturata ed è stata integrata virtualmente grazie al restauro virtuale, che ha permesso di ricreare perfettamente la forma delle strutture lignee. 

Ed ecco la scoperta straordinaria! Le due travi, sebbene presentino irregolarità dettate dalla lavorazione con metodi artigianali, usando cunei ed asce, presentano caratteristiche comuni, soprattutto nella disposizione dei fori. 

La ricostruzione e il restauro virtuale permettono dunque di ipotizzare:

  •  che le due travi siano state progettate per essere utilizzate insieme e contemporaneamente 
  • che le travi non avessero funzione portante
  • che i fori delle due travi potessero ospitare numerose traverse in legno 

A cosa servivano allora queste travi? Ecco le tre ipotesi.

LE TRE IPOTESI

1 – Passatoia, sentiero su zona umida

Immaginiamo una funzione non portante delle travi, che possano accogliere traverse e che la struttura sia appoggiata per terra con funzione di passatoia, sentiero in legno.

2 – Scala

La parte delle punte potrebbe essere stata funzionale all’appoggio a terra della scala a pioli.

3 – Parte terminale delle travi del tetto

 

Ricostruzione 3D delle Terme Centrali di Porto Torres (SS) – Turris Libisonis

Progetto finanziato dal Polo Museale della Sardegna (MIBACT), Museo archeologico nazionale “Antiquarum Turritano”, sviluppato in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali – Università degli Studi di Padova e Teravista srl.

Partendo dall’analisi e studio dell’edito e dalle scansioni fotogrammetriche effettuate da drone dell’area del Parco Archeologico di Porto Torres, è stato possibile sviluppare una proposta ricostruttiva dell’area, idealmente immaginata nel III sec. d.C. La ricostruzione comprende l’edificio delle Terme Centrali, del Cardo adiacente e delle tabernae che vi si affacciano.

La dott.ssa Maria Letizia Pulcini, direttrice del Museo archeologico nazionale “Antiquarum Turritano”, ha presentato in anteprima la ricostruzione in 3D e i risultati scientifici derivati, all’edizione 2020 di TourismA, il salone internazionale dell’archeologia e del turismo culturale. Era presente anche una installazione all’interno dello stand dedicato alla Sardegna.

Vuoi saperne di più su Turris Libisonis?
Visita la pagina dedicata del portale Sardegna Turismo

Ricerca d’archivio

Le ricerche nell’archivio effettuate dal Museo Archeologico nazionale “Antiquarium Turritano” e il confronto continuo con esperti del settore hanno portato alla definizione di una proposta ricostruttiva aggiornata delle Terme Centrali e dell’area circostante con tutte le indagini archeologiche condotte nell’area a partire dagli anni ’30 ad oggi.

Fotomodellazione 3D

Inoltre, nell’area archeologica sono state condotte operazioni di scansione 3D aereo-fotogrammetriche da drone (in collaborazione con Teravista srl) finalizzate all’acquisizione di modelli metrici da utilizzare come base per la ricostruzione 3D.

Modellazione degli asset

I modelli 3D presenti all’interno della scena sono stati sviluppati e modellati ad hoc, e derivano da disegni di manufatti rinvenuti nell’area oppure coevi all’epoca di ambientazione della scena virtuale.

Reverse Modeling

Le scansioni sono state elaborate per essere utilizzate in un workflow rivolto alla creazione del modello 3D ideale dell’anfiteatro. Tale processo è chiamato “reverse engineering”, ovvero il procedimento che cattura la forma dell’oggetto scansionato – tramite fotomodellazione in questo caso – e ne interpreta ed elabora le peculiarità geometriche.

Real Time Lighting

L’ambientazione possiede diverse fonti luminose, che determinano l’illuminazione della scena in tempo reale. Per uno studioso è importantissimo valutare quale e quanti punti di illuminazione potevano essere presenti in un’ambiente, per poter meglio valutare il grado di visibilità delle decorazioni presenti all’interno dell’edificio, e come possano influire sui visitatori di duemila anni fa.

Ricostruzione dal reale

Le forme architettoniche idealizzate sono state assemblate virtualmente secondo gli studi condotti dagli esperti negli anni passati, al fine di poter ricostruire gli alzati e le volumetrie da poter replicare lungo tutta la planimetria. Tutti i modelli tridimensionali e le texture sono stati inseriti in un motore tridimensionale (3D engine) che ha permesso di realizzare un filmato che mostra alcuni scorci grazie a delle camere virtuali mosse su percorsi prestabiliti.

IMMAGINI 360°

Di alcuni scorci sono state esportate immagini panoramiche a 360° (proiezione equirettangolare), con la finalità di creare un tour panoramico virtuale, georeferenziato nell’area del parco archeologico. Le immagini sono richiamabili facilmente, grazie alla app di Teravision: posizionati nel punto desiderato e con un tap potrai vivere l’emozione di camminare nel passato.

Risultato finale

Per la realizzazione della clip ci siamo immaginati di rivivere una tarda mattinata primaverile, appena dopo un forte acquazzone che ne ha bagnato la sabbia dell’arena, in un giorno in cui non venivano svolti ludi.

Il video mostra una scena vuota rendendo lo spettatore il visitatore privilegiato di questo imponente edificio. La documentazione e il filmato realizzato non solo permettono di far fronte a problematiche attuali, ma consentono anche alle future generazioni di conoscere e diffondere il nostro passato.

NB. Il video sarà diffuso a breve, per ora è possibile osservarlo nella parte finale della presentazione di TourismA 2020.

Pannellistica nel Parco

Parte dei render effettuati sono stati poi utilizzati a complemento della pannellistica del Parco Archeologico.

TourismA 2020

Edizione 2020 di tourismA, il salone internazionale dell’archeologia e del turismo culturale.

‼️ Grande successo di pubblico per lo stand di #portotorres all’interno dello spazio dedicato alla Sardegna.

💬 La dott.ssa Maria Letizia Pulcini, direttrice del Museo archeologico nazionale “Antiquarum Turritano”, ha presentato in anteprima la ricostruzione in 3D delle terme centrali e delle tabernae del cardo. Il progetto è stato realizzato dal Polo Museale della Sardegna insieme al prof. Jacopo Bonetto e al dott. Arturo Zara del Dipartimento dei Beni Culturali – Università degli Studi di Padova, al dott. Daniele Bursich di Archeologia Sette Mezzo e a Gianni Alvito di Teravista.

#polomusealedellasardegna
#turrislibisonis #tourisma20 #museiitaliani #mibact #3D #virtualarchaeology

Giornate Europee del Patrimonio

Museo archeologico Antiquarium Turritano e area archeologica di Porto Torres
26-27 settembre 2020

Sabato 26 verrà presentato il progetto di riproduzione 3D delle terme centrali e delle botteghe dell’antica colonia di Turris Libisonis, realizzato dalla Direzione Regionale Musei della Sardegna in collaborazione con  Jacopo Bonetto e Arturo Zara del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, Daniele Bursich di Archeologia 7emezzo e Gianni Alvito di Teravista. La tecnologia rappresenta uno straordinario strumento che, se ben applicato all’ambito dei beni culturali ed in particolare nei musei e integrato con i sistemi comunicativi tradizionali, può facilitare non solo il coinvolgimento emotivo del pubblico, ma anche l’apprendimento e la diffusione del sapere.

Domenica 27 i visitatori saranno accompagnati dalla direttrice del Museo, Maria Letizia Pulcini, alla scoperta delle Terme Maetzke, uno spazio dell’area archeologica di Turris Libisonis abitualmente chiuso al pubblico.

LINK 

LINK “LA NUOVA SARDEGNA”

SCARICA PDF “LA NUOVA SARDEGNA”

Pubblicazione Scientifica

All’interno della rivista scientifica di Fascia A “ACME” (Annali della Facoltà di Studi Umanistici) dell’Università degli Studi di Milano,, è stato pubblicato nel 2023 un contributo che mira a presentare metodi e risultati del progetto di restauro virtuale di un settore dell’antica Porto Torres/Turris Libisonis (Terme centrali, via adiacente e bot-teghe prospicienti – cd. palazzo del Re Barbaro), frutto di un accordo di collaborazio-ne tra la Direzione Regionale Musei Sardegna e l’Università degli Studi di Padova. Il contributo in Open Access è scaricabile gratuitamente (vedi link qui sotto “LEGGI”).

Citazione

J. Bonetto, D. Bursich, M. L. Pulcini, A. Zara, Le terme Centrali di Porto Torres (SS): rilievo e ricostruzione 3D. 2023, ACME – Annali della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Milano, V. 75 N. 2 (2022), pp. 47-72.

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