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100 italian Cultural Spaces stories

7emezzo.biz | MetaHeritage SRL è stata selezionata come una tra le 100 storie di eccellenza d’Italia.

Mercoledì 4 ottobre 2023, all’ADI Design Museum di Milano, la presentazione del rapporto “100 italian Cultural Spaces stories”, promosso da Fondazione Symbola e Fassa Bortolo in collaborazione con ADI – Associazione per il Disegno Industriale e ADI Design Museum. Un viaggio attraverso tecnologie e innovazioni made in Italy per l’allestimento degli spazi culturali: dalle macchine sceniche ai sipari, dai sistemi d’illuminazione a quelli espositivi, dai pannelli per la distribuzione degli spazi o per il controllo acustico ai software per il monitoraggio climatico o dei flussi di visitatori, fino agli arredi.

L’evento sarà orientato alla spiegazione del rapporto Symbola, con interventi di illustri personalità nell’ambito del Design Italiano e infine la partecipazione del Ministero degli Affari Esteri

PROGRAMMA

  • SALUTI
    Luciano Galimberti, Presidente ADI
  • INTRODUCONO
    Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola
    Paolo Fassa, Presidente Fassa Bortolo
  • MODERA
    Manuela Rafaiani, Giornalista
  • PRESENTA LA RICERCA
    Domenico Sturabotti, Direttore Fondazione Symbola
  • NE DISCUTONO
    Alessandro Goppion, Presidente Goppion
    Alfredo Accatino, Direttore Creativo Filmmaster Events
    Carlotta De Bevilacqua, Presidente Artemide
    Michele Frison, Titolare SBF Visa
  • CONCLUDE
    Enzo Angeloni, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese Ministero degli Affari Esteri

ADI Design Museum–Compasso d’Oro

Fondazione Symbola

Symbola è la Fondazione che promuove e aggrega le Qualità Italiane. Con ricerche, eventi e progetti racconta aziende e istituzioni che migliorano il Paese puntando su innovazione e sviluppo, bellezza e creatività, capitale umano e territorio. Green economy, cultura e coesione sociale sono tre indicatori fondamentali: chi sceglie questi driver incrementa il proprio valore economico e sociale facendo bene al Paese, dando vita a un modello di “economia della Qualità” legato al territorio e all’identità ma con una forte vocazione alla creatività e all’innovazione: la soft economy […].

Scopri tutti i dettagli sul sito ufficiale Fondazione Symbola

Scansione e stampa 3D – Stele di Voltino-Tremosine (BS)

Una fedele copia della Stele di Voltino, stampata in 3D, torna nella sua collocazione originale a Tremosine (BS), grazie alla collaborazione tra la SABAP di Brescia, la Fondazione Brescia Musei e il Comune di Tremosine.

Nei musei, si sa, sono conservati reperti e opere provenienti da luoghi e contesti originali anche molto differenti. Tali reperti, talvolta, sono giunti alle raccolte museali solo dopo una lunga storia di spostamenti, riusi e reimpieghi.

È un caso frequente per le epigrafi, iscrizioni su pietra: nate in antichità con precise finalità (votiva, celebrativa, funeraria), ricollocate in contesti differenti (reimpiego come materiale da costruzione, riuso simbolico) e, infine, recuperate, studiate e valorizzate nelle nei musei e nelle collezioni archeologiche.

Proprio a Brescia, nel Parco Archeologico, esiste una straodinaria raccolta di epigrafi, cominciata nel 1830 da Luigi Basiletti e Giovanni Labus e collocata in una cella del Capitolium

La stele di voltino: storia e origini

Tra i materiali raccolti e ancora oggi visibili particolare rilevanza ha la Stele di Voltino: si tratta di un’iscrizione bilingue, in latino e in una seconda lingua, interpretata da alcuni studiosi come camuno e da altri come leponzio (celtico).

È una preziosa testimonianza dell’incontro e della commistione in territorio bresciano di romani e popolazioni alpine, con conseguente bilinguismo diffuso.

Lo ‘scrittore di Voltino’ non sembra, in realtà, saper scrivere bene né in latino né nella seconda lingua: situazione tipica di chi ha madre e padre parlanti lingue diverse (nel nostro caso latino e probabilmente camuno).

Nel Medioevo la stele fu reimpiegata come materiale da costruzione nell’erezione del campanile romanico di Voltino, frazione di Tremosine (BS), località posta sulla riva occidentale del Lago di Garda. Da lì fu rimossa nel XIX secolo per essere appunto trasferita nel Capitolium di Brescia.

Da tempo la città di Tremosine desiderava un ritorno dell’antica iscrizione e, come 7eMezzo.biz, abbiamo potuto concretizzare questo sogno attraverso le nuove tecnologie, arrivando a ricollocare alla base del campanile una replica in scala 1:1, realizzata attraverso la stampa 3D.

IL NOSTRO INTERVENTO

1 – AL CAPITOLIUM DI BRESCIA…

Abbiamo eseguito una scansione 3D del reperto originale direttamente presso il Capitolium di Brescia: la scansione è stata ottenuta con la fotogrammetria, che produce un’immagine virtuale tridimensionale del reperto in tutta sicurezza, senza doverlo toccare o sottoporre a movimentazione.

2 – DAL REPERTO AL MODELLO 3D

Per ottenere la copia digitale del reperto le fotografie scattate vengono rielaborate attraverso un apposito software e trasformate in una nuvola di punti, che adeguatamente texturizzate permettono di avere una copia digitale in tutto e per tutto fedele all’originale.

Elaborazione del modello 3D

3 – STAMPA 3D E RICOLLOCAZIONE

Il modello digitale ottenuto è stato stampato in 3D e, dopo aver utilizzato un polimero derivato dal mais, la replica in scala 1:1 del reperto è stata sottoposta a trattamento anticante per poterlo rendere più fedele all’originale.

La replica della stele è stata poi verniciata con uno spray dello stesso colore dell’originale e fatto asciugare.

Successivamente la rubricatura dell’originale viene replicata attraverso l’uso di un colorante rosso ad imitazione del minio.

Infine, abbiamo ricollocato la replica del reperto nella sua sede originale, presso il campanile romanico di Tremosine (BS).

La replica della Stele di Voltino: dettaglio

La replica ricollocata presso il campanile di Voltino

Convegno AIPMA 2022 – Il 3D per la rilettura del contesto architettonico e decorativo della Villa Romana di Desenzano del Garda. Ricerca scientifica e valorizzazione.

IL 3D PER LA RILETTURA DI UN CONTESTO ARCHITETTONICO E DECORATIVO

7mezzo.biz e l’Università di Verona fanno scuola al prestigioso Convegno triennale AIPMA – Association Internationale pour la Peinture Murale Antique, svolto a Cartagena (Spagna) dal 12 al 16 Settembre 2022.

Il convegno ha rappresentato un’importante vetrina per presentare alcuni dei risultati del progetto E-Archeo a cui abbiamo collaborato. 

Il progetto E-Archeo, promosso dal Ministero della Cultura e coordinato dalla società ALES S.p.A, ha l’ambizione di estendere l’uso del 3D a numerosi siti italiani statali non solo per generare ricostruzioni virtuali utili a migliorare la fruizione al pubblico, ma affinchè esse diventino prezioso strumento per la ricerca scientifica.

Al convegno abbiamo presentato i risultati della sperimentazione della metodologia del progetto su un caso di studio, costituito dalla Villa Romana di Desenzano del Garda (BS), che ci ha portati a presentare una ricostruzione virtuale della villa attraverso una revisione dell’edito e l’utilizzo delle nuove tecnologie.

La villa romana di desenzano

La Villa Romana di Desenzano del Garda (BS) rappresenta una delle ville romane tardo-antiche meglio conservate del Nord-Italia. Il complesso, appartenente sicuramente ad una famiglia di alto rango (uno degli ultimi proprietari potrebbe essere stato Flavius Magnus Decentius, fratello dell’imperatore Magnenzio, che regnò dal 350 al 353 d.C.) , fu edificato tra III e IV sec. d.C. sopra ad un edificio precedente, una villa rustica destinata alla produzione di olio (una tradizione ancora molto sentita in area Gardesana) e forse vino.

La villa, oggi visitabile e celebre per i suoi vivaci pavimento a mosaico, doveva affacciarsi anticamente sul lago ed era dotata di moli, banchine e vasche per l’allevamento ittico.

Scopri di più sulla Villa Romana di Desenzano 

La Villa Romana di Desenzano

La planimetria della Villa

FLUSSO DI LAVORO

1 – Dal dato scientifico…

Il primo passo ha previsto l’acquisizione, l’analisi, la sistematizzazione dei dati scientifici già editi e la ricerca di confronti, vicini per cronologia e destinazione d’uso, che favorissero la comprensione degli aspetti architettonici e decorativi del contesto di Desenzano. Il dato scientifico è infatti imprescindibile per proporre una ricostruzione filologica di un contesto archeologico.

Il Ninfeo B della Villa Romana di Desenzano – situazione attuale

2 – …alla ricostruzione 3D

A seguito della ricerca bibliografica è stato possibile compiere il secondo passo verso la ricostruzione 3D della villa. A partire da un rilievo fotogrammetrico di tutto il sito, è stato possibile modellare e ricostruire virtualmente le volumetrie della villa con l’utilizzo dell’Extended Matrix (EM), un sistema di raccordo tra rilievo 3D, fonti e modello 3D ricostruttivo che permette di tracciare i processi cognitivi di anastilosi virtuale. 

L’Extended Matrix permette di tenere traccia e di organizzare la documentazione archeologica, i confronti e le citazioni ad articoli, fonti, immagini, ecc. in modo che le successive fasi di modellazione risultino tracciabili e accurate. A partire quindi da un rilievo 3D è possibile sovrapporre più USV (Unità Stratigrafiche Virtuali), connesse tra loro da una matrice relazionale estesa, ovvero un classico Matrix che lega le USV da relazioni di contemporaneità, posteriorità, anteriorità, ma che inoltre consente di trasportare con sé metadati. In questo modo viene reso trasparente il processo ricostruttivo, fornendo un grado di affidabilità agli elementi presenti nella scena, espressi da quattro livelli principali: reperti esistenti in situ (rosso), USV strutturali (blu), USV non strutturali (verde – ipotesi di ricostruzione non basate su elementi in situ), anastilosi (giallo – ricostruzioni basate su elementi tangibili non più in situ). Questo flusso di lavoro è basato su Blender e abbraccia la filosofia FLOSS.

Una volta completato il processo ricostruttivo “scientifico” della villa, la società Carraro Lab ha potuto trasformare queste informazioni in un modello 3D “artistico”, con texture estremamente accurate. I risultati sono stati pubblicati su piattaforma Zenodo

Ninfeo B della Villa Romana di Desenzano – Extended Matrix

Dall’architettura all’apparato decorativo

Il risultato è sicuramente di impatto: abbiamo infatti potuto proporre, con solidi metodi filologici, una ricostruzione virtuale di uno degli ambienti più affascinanti della villa: il viridarium posto alle spalle delle sale di rappresentanza della Villa di Desenzano. La ricostruzione non si è limitata alla rilettura delle architetture di questo spazio, ma è stata estesa alla ricostruzione della sua decorazione pittorica. Partendo da alcuni lacerti di affresco ancora conservati in situ, e attraverso il confronto con contesti meglio conservati dove è testimoniata una simile decorazione (per es. Efeso, Pergamo, Bulla Regia) è stato possibile restituire la ricostruzione dell’hortus pictus decorato con motivi fitomorfi ornamentali.

Ninfeo B della Villa Romana di Desenzano – Extended Matrix

La villa di Desenzano non è l’unica area dell’area Gardesana in cui abbiamo sperimentato questo tipo di tecnologia: un simile approccio è stato utilizzato anche per la ricostruzione virtuale delle Grotte di Catullo a Sirmione. Ai due progetti Rai Storia ha dedicato il documentario e-Archeo: Parchi Archeologici Sirmione e Desenzano, St 2022Ep 1

Il progetto e-Archeo è stato ideato e commissionato da Ales SpA per conto del Ministero della Cultura. Le immagini utilizzate nel post hanno copyright e-Archeo.

Conferenza Archeoclimat – Nuove tecnologie per il patrimonio culturale minacciato dalla crisi climatica

7EMEZZO PER IL PATRIMONIO MINACCIATO DALLA CRISI CLIMATICA

Ogni giorno, a causa della crisi climatica, lo scioglimento dei ghiacciai e l’abbassamento del livello dell’acqua in laghi, fiumi e zone umide portano alla luce un patrimonio archeologico straordinariamente preservato, ma altrettanto a rischio.

L’affioramento di siti, manufatti antichi e reperti organici eccezionalmente conservati dal freddo o dall’assenza di ossigeno costituisce un’occasione unica per il progredire della ricerca archeologica, ma la frequenza ormai rapidissima di tali ritrovamenti getta gli studiosi e i restauratori in un costante clima di emergenza: occorre infatti intervenire prontamente per documentare, proteggere e valorizzare questo patrimonio, sia che si tratti un singolo manufatto che di un intero sito archeologico.

Le nuove tecnologie possono supportare gli studiosi in questo processo: ne abbiamo parlato a Novembre a Lione, in Francia, alla Conferenza Archeoclimat – Archaeological Heritage in a changing climate: understanding, preserving and promoting remains in wetland, underwater and in glacial environments. 

La conferenza si è tenuta dal 24 al 26 Novembre 2022 presso la Lumière University – Lyon 2, ed è stata promossa dal Regional Archaeology Service for the Auvergne Rhône-Alpes Region con il supporto del Gruppo di Coordinamento Internazionale del Sito UNESCO Transnazionale “Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino”, che dal 2011 riunisce 111 siti palafitticoli tra Svizzera, Francia, Germania, Austria, Slovenia e Italia, databili tra il Neolitico e l’età del Ferro (2300 a.C. – 500 a.C.)

Alla conferenza abbiamo portato il nostro contributo parlando, con il nostro gruppo di ricerca, della scoperta, documentazione, stabilizzazione, restauro fisico e virtuale, studio e monitoraggio di due travi in legno di quercia lunghe circa 8 metri  e dotate di 25 fori quadrangolari, scoperte nel 2015 e 2016 presso il sito D del Lucone di Polpenazze un abitato palafitticolo sito in area Gardesana e frequentato prevalentemente nell’Età del Bronzo. Il Lucone, grazie al frequente ritrovamento di pareti, travi, capriate, soglie e porte in legno risalente a circa 4000 anni fa, costituisce uno dei siti più importanti in Europa per la conoscenza dell’utilizzo del legno negli alzati delle palafitte.

Le due travi, risalenti a circa 4000 anni fa, sono state sottoposte a trattamento conservativo a Milano presso il Centro per il Trattamento del Legno Bagnato presso la Soprintendenza ABAP per le province di Como, Lecco, Sondrio e Varese, sono state analizzate dal CNR-IBE (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la BioEconomia) e sono state oggetto di monitoraggio prima e dopo la loro esposizione al pubblico presso il Museo Archeologico della Valle Sabbia a Gavardo (BS)

Le travi del Lucone esposte presso il MAVS – Museo Archeologico della Valle Sabbia

Credits: Archivio MAVS

Scanner a luce strutturata utilizzato per la scansione 3D dei reperti

Credits: Aerarium Chain

Noi di 7emezzo ci siamo occupati, con Aerarium Chain, della scansione 3D e del restauro virtuale delle due travi, per scoprire come venissero utilizzate nell’antichità.

La scansione è stata condotta tramite scanner a luce strutturata ed è stata integrata virtualmente grazie al restauro virtuale, che ha permesso di ricreare perfettamente la forma delle strutture lignee. 

Ed ecco la scoperta straordinaria! Le due travi, sebbene presentino irregolarità dettate dalla lavorazione con metodi artigianali, usando cunei ed asce, presentano caratteristiche comuni, soprattutto nella disposizione dei fori. 

La ricostruzione e il restauro virtuale permettono dunque di ipotizzare:

  •  che le due travi siano state progettate per essere utilizzate insieme e contemporaneamente 
  • che le travi non avessero funzione portante
  • che i fori delle due travi potessero ospitare numerose traverse in legno 

A cosa servivano allora queste travi? Ecco le tre ipotesi.

LE TRE IPOTESI

1 – Passatoia, sentiero su zona umida

Immaginiamo una funzione non portante delle travi, che possano accogliere traverse e che la struttura sia appoggiata per terra con funzione di passatoia, sentiero in legno.

2 – Scala

La parte delle punte potrebbe essere stata funzionale all’appoggio a terra della scala a pioli.

3 – Parte terminale delle travi del tetto

 

Progetto Europeo Prometheus – aggiornamento Ottobre

Nell’ambito del progetto di ricerca europea Prometheus, dal 14 al 21 ottobre 2022 abbiamo svolto la prima scansione delle fortificazioni sulla Via delle Fortezze a Danzica, Polonia.

L’obiettivo di PROMETHEUS è quello di attuare un’azione interdisciplinare per la documentazione e la catalogazione delle informazioni sui beni architettonici, stimolando la formazione dei ricercatori sul valore costruttivo e storico dei Percorsi dei Beni Culturali.

La ricerca svilupperà metodologie innovative di digitalizzazione dell’architettura con l’integrazione di dati multidisciplinari e modelli informativi prodotti da figure specializzate in grado di operare sui beni del patrimonio.

Una prima azione come caso studio pilota, praticata sui monumenti presenti nel percorso di Upper Kama (Russia), è finalizzata alla definizione una “Charta”, per permetterne la replicabilità. La rete di ricercatori dei diversi settori coinvolti favorisce l’ampliamento culturale e tematico necessario per sviluppare e mostrare le competenze che il mercato richiede.

Il progetto di ricerca svilupperà un Sistema Informativo 3D, multidisciplinare e implementabile, che rappresenti la fase propedeutica alla gestione, manutenzione e valorizzazione degli Itinerari dei Beni Culturali presso i comitati e le amministrazioni europee. Il sistema, per essere ampiamente applicabile, sarà a basso costo e facile da replicare, e ottimizzerà un canale innovativo di cooperazione tra ricercatori e professionisti attraverso l’uso di Protocolli Collaborativi BIM.

Scopri di più sul progetto prometheus

tourismA 2022 – HOLOGRAPH










Dal 30 settembre al 2 ottobre, negli spazi prestigiosi del centralissimo Palazzo dei Congressi a Firenze si è svolta tourismA 2022, una manifestazione e momento di esposizione, divulgazione e confronto di tutte le iniziative legate alla comunicazione del mondo antico e alla valorizzazione delle sue testimonianze.



crediti: tourismA 2022




holograph - Make the past alive






Insieme a AerariumChain abbiamo sviluppato Holograph, un’applicazione che permette di visualizzare ologrammi e interagire con essi. 

Grazie a Holograph è possibile rendere fruibili e interattivi modelli 3D, foto a 360 gradi, video e altro.






BMTA 2022 – Archeovirtual: Verso il metaverso







Presso lo storico edificio dell’ex tabacchificio Cafasso a Paestum (Salerno) si è svolta la XXIV edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA) a cui abbiamo partecipato per il secondo anno come organizzatori ed espositori all’interno della mostra multimediale Archeovirtual.

La BMTA, appuntamento unico al mondo nel suo genere, è un’occasione di incontro per gli addetti ai lavori, gli operatori turistici e culturali, i viaggiatori, gli appassionati e un luogo di approfondimento e divulgazione di temi dedicati al turismo culturale e al patrimonio.  

Obiettivo dell’iniziativa è valorizzare Parchi e Musei Archeologici, promuovere destinazioni turistico archeologiche, favorire la commercializzazione, contribuire alla destagionalizzazione e incrementare le opportunità economiche e gli effetti occupazionali.

verso il metaverso, la nostra proposta

L’edizione di ArcheoVirtual 2022 “Verso il Metaverso” vuole introdurre il pubblico alle prospettive che si delineano nel campo dei nuovi mondi virtuali. L’annunciato avvento del cosiddetto Metaverso, pur non rappresentando una novità assoluta, fa intravedere rilevanti trasformazioni nelle modalità di comunicazione, intrattenimento, commercio, che toccheranno tutti gli ambiti della vita sociale. 

Un metaverso concepito e realizzato per i beni culturali. Si tratta di una tecnologia implementabile nel tempo, pensata per un modello di sviluppo esponenziale. È composto da una serie di meta-mondi (siti archeologici) fedeli al reale, scansionati in 3D da drone o da terra e interamente navigabili. Le ricostruzioni sono basate su dati scientifici, trattati accademici e consulenze specialistiche. L’utente apprende navigando e può accedere a un ecosistema di informazioni strutturate tra loro grazie all’accesso al web, a shop online, a Telegram, a Virtual Tour interattivi, video e molto altro.
In mostra sarà possibile navigare nel metaverso MetaHeritage visitando la colonia romana di Laus Pompeia (LO) così come doveva apparire intorno al I sec. d.C.

MetaHeritage. Metaverso per l’archeologia 7eMezzo.biz – MetaHeritage

ARCHEOVIRTUAL

crediti immagine: BMTA 2021

Archeovirtual è la Mostra multimediale che da oltre 12 anni costituisce il fiore all’occhiello della BMTA, realizzata in collaborazione con il Digital Heritage Innovation Laboratory, sede di Roma, del CNR ISPC, Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche dedicato alle Scienze del Patrimonio Culturale. Ogni anno, dal 2006, la Mostra espone le produzioni più significative nel panorama italiano e internazionale delle tecnologie digitali al servizio del Patrimonio. ArcheoVirtual è incentrata sulle applicazioni digitali e sui progetti di Archeologia Virtuale, disciplina che si occupa di studiare, interpretare, e comunicare il patrimonio archeologico attraverso un processo di acquisizione dei dati, ricostruzione tramite tecniche di visualizzazione 3D, simulazione nonché sviluppo di applicazioni virtuali per musei e analisi dell’esperienza utenti. 

SCOPRI DI PIù su archeovirtual

Mantova, Galleria dei Mesi – Posizionamento delle stampe 3D




In seguito all’intervento di scansione 3D con laserscanner dei rilievi di Giulio Romano provenienti dalla Galleria dei Mesi, ma spostate a Palazzo Te nell’ambito di interventi Ottocenteschi, abbiamo prodotto delle stampe 3D. Le stampe sono state rielaborate manualmente e alloggiate nella loro posizione originale Cinquecentesca. Oltre alla scansione dei bassorilievi è stata eseguita anche quella delle nicchie da cui furono asportate per monitorarne lo stato e gli eventuali cambiamenti. 

Scopri di più sull’intervento di scansione 3D eseguito nella Camera delle Cariatidi a Palazzo Te – Mantova 



palazzo ducale e la galleria dei mesi

Il Palazzo Ducale di Mantova, noto anche come reggia dei Gonzaga, è stata dal 1308 la residenza ufficiale dei signori di Mantova, i Bonacolsi, e quindi la residenza principale dei Gonzaga, signori, marchesi ed infine duchi della città. 

Nata come loggia dell’Appartamento di Troia, la Galleria dei Mesi ne costituiva forse l’ingresso. Fu realizzata nel suo primo assetto alla fine degli anni Trenta del Cinquecento, sotto l’attenta supervisione di Giulio Romano e direttamente collegata alla Sala di Troia. Era in origine una loggia aperta e servì sin dall’inizio come antiquarium, da cui l’altro nome di Galleria dei Marmi. L’ornamento pittorico e plastico va diviso cronologicamente in due fasi di realizzazione: la metà settentrionale, in corrispondenza della Sala di Troia, è dell’epoca di Giulio Romano, l’altra è databile alla fine del Cinque o all’inizio del Seicento e fu forse coordinata da Antonio Maria Viani.

crediti: Palazzo Ducale Mantova


i rilievi di giulio romano


Gli stucchi cinquecenteschi scansionati, realizzati su disegno di Giulio Romano si trovano nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Te. La loro collocazione originale era però proprio la Galleria dei Mesi di Palazzo Ducale, insieme alle altre figure in stucco che sorreggono i segni zodiacali, da cui la sala prende il nome, e alla mirabile decorazione ad affresco ricca di elementi vegetali che dovevano alludere alla fertilità e all’abbondanza del territorio governato dai Gonzaga e da cui sono stati strappati nel 1813.  L’intervento è stato supportato da approfondite indagini storiche e di archivio, che hanno permesso di ricostruire la storia e la stratificazione degli adattamenti e delle modifiche apportate ai bassorilievi, ed ha permesso di ottenere una stampa 3D delle opere nella loro veste originaria cinquecentesca.


la stampa e la rielaborazione

I modelli sono stati stampati con una stampante 3D a filamento con polimero plastico PLA. 
La stampa 3D ottenuta viene eleborata manualmente per accrescere il più possibile il grado di fedeltà rispetto all’originale, nella sua forma, colore e texture. Dopo aver scartavetrato, stuccato e rifinito la stampa, viene dipinta con colori a tempera, a copia dell’originale e finita con vernice trasparente opacizzante.

Scopri di più sulla rilelaborazione delle stampe 3D e sulla creazione di repliche e supporti tattili 



IL POSIZIONAMENTO


Le stampe sono state alloggiate nelle nicchie originali e fissate alla parete. 

La Galleria, attualmente oggetto di restauro, è rimasta chiusa al pubblico negli ultimi tempi per via dei danni del terremoto del 2012, che hanno danneggiato la volta e sarà nuovamente visitabile nei primi mesi del 2023.

Pile 3Dwelling – Restauro virtuale

Progetto di valorizzazione e monitoraggio dei legni del sito UNESCo Lucone di Polpenazze del Garda (BS)

Il progetto “Pile 3Dwellings” per la comunicazione, il monitoraggio e la valorizzazione per il sito archeologico Lucone di Polpenazze (BS) – sito UNESCO -, nasce grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia,competente per la tutela del territorio, la  Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza Brianza, Pavia, Sondrio, Varese, da cui dipende il Laboratorio per il Restauro del Legno Bagnato, la Fondazione “Piero Simoni”, ente gestore del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo (BS), 7emezzo.biz e AerariumChain.

Il progetto si declina in differenti azioni che hanno come scopo quello di valorizzare le potenzialità del sito del Lucone, uno dei siti più importanti in Europa per la conservazione di elementi strutturali in legno appartenenti all’alzato. Si tratta di parti di pareti, travi, capriate, frammenti di davanzali, soglie, porte che, dopo un attento lavoro di documentazione e restauro, potranno consentire una ricostruzione sempre più accurata scientificamente di case in legno di 4000 anni fa.

Il progetto prevede sia una ricostruzione virtuale interattiva che permetterà al visitatore di consultare la collocazione e lo stato di conservazione di alcuni elementi inseriti nella scena virtuale, sia una campagna di monitoraggio tramite scansioni laser di diversi reperti lignei rinvenuti negli anni. Il progetto consentirà dunque di seguire il progressivo restauro e studio degli straordinari reperti del Lucone.


PILE 3DWELLING

Progetto per la comunicazione, il monitoraggio e la valorizzazione per il sito archeologico Lucone di Polpenazze (BS)


SCANSIONI

Sono state condotte diverse scansioni tridimensionali fotogrammetriche di reperti ceramici e di altri manufatti conservati al MAVS,  utili alla ricostruzione virtuale della palafitta


Sulle due travi in legno di quercia della lunghezza di 8 m, caratterizzate da 25 fori quadrangolari, ritrovamento eccezionale della campagna di scavo del 2015 e che costituisce un unicum nell’ambito dell’archeologia preistorica dei siti palafitticoli, la scansione è stata effettuata da AerariumChain utilizzando uno scanner a luce strutturata.

IL RESTAURO VIRTUALE

1 – Restauro virtuale e integrazione scansioni

Le scansioni (a sinistra) sono state post processate per essere inserite in altri flussi di lavoro e ricostruite virtualmente per ricreare la loro forma originale. Sotto: a sinistra la scansione di una delle due travi colorata artificialmente; a destra le anomalie della scansione.

2 – Retopology

Le scansioni integrate vengono ri-descritte con una topologia poligonale a quadrati
invece che a triangoli; le anomalie vengono chiuse e si creano mappe UV per le texture.

3 – Baking delle texture 

Le scansioni vengono poi caratterizzate dalle caratteristiche della superficie e le venature del legno delle travi originali, per conferire al modello un aspetto simile al vero. Il colore è restituito, non è quello originale perché alterato dal tempo. Sotto: le due travi a confronto con colori artificiali.

4 – Proposte di ricontestualizzazione delle travi

I modelli 3D sono stati poi analizzati metricamente e messi a confronto. Sembra che le due travi abbiano caratteristiche comuni e i fori, sebbene irregolari, siano stati creati con un ritmo comune. Si identificano perciò similitudini che portano a pensare all’uso contestuale e coevo delle due travi.

4.1 Passatoia, sentiero su zona umida

Immaginiamo una funzione non portante delle travi, che possano accogliere traverse e che la struttura sia appoggiata per terra con funzione di passatoia, sentiero in legno.


4.2 Scala

La parte delle punte potrebbe essere stata funzionale all’appoggio a terra della scala a pioli.

4.3 Parte terminale delle travi del tetto

Museo Archeologico di Villa Mirabello (VA) – Altare delle matrone



Dalla collaborazione tra Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Unioncamere Lombardia, con il supporto di Cariplo Factory, nasce il progetto InnovaMusei, frutto di un accordo sottoscritto dalle parti, reso possibile dalle comuni intenzioni di supportare le istituzioni culturali territoriali – musei ed ecomusei riconosciuti – e alle imprese culturali e creative (ICC).

Sono 15 le Imprese Culturali e Creative selezionate, tra 121 candidature pervenute, che parteciperanno al percorso di potenziamento imprenditoriale da maggio a giugno 2021, finalizzato a consolidare l’offerta di prodotti e servizi delle ICC, allineandola alle necessità effettive dei musei ed ecomusei lombardi aderenti all’Iniziativa.

Nell’ambito del progetto Artoo-l’arte raccontata dai bambini di Alchemilla Cooperativa Sociale in collaborazione con Civico Museo Archeologico di Angera, Civico Museo Archeologico di Varese e AerariumChain di WEREA S.r.l. abbiamo eseguito la scansione e stampa 3D dell’Altare delle Matrone.

Rinvenuto ad Angera nel 1909 e oggi conservato al Civico Museo Archeologico di Varese, l’altare è stato duplicato e la stampa è stata rielaborata manualmente per accrescere il più possibile il grado di somiglianza con l’originale e verrà esposta al Museo Civico della città da cui proviene. 

Altare delle Matrone

È il 25 aprile del 1909 quando durante alcuni scavi nell’oratorio adiacente la chiesa di Sant’Alessandro, Sisinnio e Maririo, ad Angera viene rinvenuto un altare di marmo rosa di Candoglia delle dimensioni di 98 x 62 x 45 cm, reimpiegato per le fondamenta di una struttura medievale. 

Nonostante le condizioni frammentarie sul lato destro è possibile riconoscere la decorazione e una parziale iscrizione: una dedica alle Matrone da parte di un personaggio di cui conosciamo il prenomen Sex(tus).


Nell’immagine: il lato opposto all’iscrizione scolpito a rilievo. Quattro figure si tengono per mano incrociando le braccia, come in una danza. Indossano lunghe tuniche e portano i capelli legati in una crocchia o coda bassa. 



la scansione 3d e la stampa

Per ottenere la riproduzione dell’altare siamo partiti da una scansione fotogrammetrica a camera libera del reperto. La fotogrammetria tridimensionale è una soluzione rapida e estremamente efficace in questi casi: per ogni scatto una macchina fotografica impressiona dai 12 ai 50-60 milioni di pixel, permettendo un’acquisizione ad alta definizione, che incorpora anche informazioni spaziali.

Il modello 3D elaborato digitalemente è stato stampato utilizzando una stampante 3D a filamento con materiale plastico PLA.

LA RIELABORAZIONE manuale


La stampa 3D ottenuta viene eleborata manualmente per accrescere il più possibile il grado di fedeltà rispetto all’originale, nella sua formacolore e texture. Dopo aver scartavetrato, stuccato e rifinito la stampa, viene dipinta con colori a tempera, a copia dell’originale e finita con vernice trasparente opacizzante. 

scopri di più sulle riproduzioni archeologiche


il nuovo allestimento

Il 30 settembre è stato inaugurato il presso il Civico Museo Archeologico di Angera il nuovo allestimento che prevede l’esposizione della nostra replica tattile dell’Altare delle Matrone.

Foto dall’inaugurazione: Barbara Cermesoni, Francesca Gentile, Elisa Rota, il Sindaco Alessandro Paladini Molgora, l’Assessore alla Cultura Valeria Baietti, Valentina Dezza e Anna Bernardoni. 

crediti: Civici Musei di Angera