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Percorso tattile – Tutto ha senso, Museo Diocesano di Brescia (BS)

In collaborazione con il Museo Diocesano di Brescia, nell’ambito del progetto inclusivo Tutto ha senso, abbiamo contribuito alla realizzazione di un innovativo percorso tattile per non vedenti, realizzando i pannelli tattili di orientamento, i pannelli visuo-tattili con scomposizione formale e visuale, oltre che i modelli e le stampe 3D.

Questo progetto, avviato nel 2023, è stato concepito con l’obiettivo di rendere le collezioni del Museo fruibili da un pubblico più ampio, inclusi i visitatori con disabilità visive. Il Museo, recentemente inserito nel circuito dei musei riconosciuti da Regione Lombardia, ha scelto di lavorare a stretto contatto con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI) per sviluppare un percorso multisensoriale unico nel suo genere.

TUTTO HA SENSO - Museo Diocesano di Brescia

Nel cuore di Brescia, a pochi passi da Piazza della Loggia, il Museo Diocesano, ospitato nel chiostro del monastero di San Giuseppe, custodisce e valorizza il patrimonio artistico-religioso della diocesi. Per rendere le sue collezioni accessibili anche alle persone con disabilità visive, il Museo ha avviato il progetto Tutto ha senso, in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Il progetto si distingue per la sua capacità di coinvolgere tutti i sensi, trasformando il modo in cui le opere d’arte vengono vissute. Il percorso inizia lungo i corridoi delle collezioni permanenti del Museo, dove sono stati installati totem tattili con stampe in braille e modelli 3D che permettono ai visitatori non vedenti di scoprire opere e oggetti rappresentativi.

Un momento culminante del percorso è rappresentato dalla sala multisensoriale, nella Bottega del Moretto, dove l’opera La Madonna col Bambino in gloria, San Giovanni Evangelista, il beato Lorenzo Giustiniani e l’allegoria della Sapienza Divina è esplorata attraverso il tatto, l’udito, l’olfatto, il gusto, con la vista in un ruolo complementare.

TUTTO HA SENSO, MUSEO DIOCESANO DI BRESCIA

Scopri

L’iniziativa, che è stata lanciata ufficialmente il 25 febbraio 2023, rappresenta un esempio di come l‘innovazione tecnologica e la progettazione inclusiva possano convergere per migliorare l’esperienza culturale di tutti. Il percorso multisensoriale del Museo Diocesano di Brescia, anche grazie alla nostra collaborazione, offre una nuova modalità di fruizione, in cui ogni visitatore, indipendentemente dalle sue capacità sensoriali, può accedere alla bellezza e alla storia conservata tra le mura del Museo.

IL NOSTRO INTERVENTO

1 – PANNELLI BRAILLE

Abbiamo realizzato i pannelli tattili con scritte in braille, integrando le informazioni visive in una modalità completamente accessibile. Nello specifico ci siamo occupati della realizzazione di:

  • Pannelli tattili di orientamento, dove le planimetrie si caratterizzano per l’utilizzo di diversi spessori in rilievo codificati negli elaborati grafici forniti tramite differenti colori.
  • Pannelli visuo-tattili, con scomposizione sia fotografica che formale, che utilizzano diversi spessori in rilievo codificati.

2 – STAMPE 3D

I modelli 3D elaborati digitalmente sono stati successivamente stampati con l’utilizzo di una stampante 3D a filamento.

Dopo aver carteggiato, stuccato e rifinito le stampe, esse sono state dipinte con una vernice bianca opaca e un fissante trasparente.

Installazione multimediale – Palmanova Extended City – Palmanova (UD)

In collaborazione con il Comune di Palmanova e con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, abbiamo contribuito alla realizzazione della nuova Sala Multimediale di Palmanova, un progetto che unisce storia, tecnologia e narrazione immersiva.  

Il nostro intervento si è focalizzato sulla creazione di un modello 3D dettagliato della città, arricchito da un sistema di videomapping che illustra l’evoluzione storica e architettonica della Fortezza.  

Abbiamo inoltre introdotto dei totem interattivi, che permettono ai visitatori di incontrare quattro personaggi storici (historical talkers) e approfondire le vicende della città stellata. 

Il tutto è inserito in un allestimento completamente rinnovato, che trasforma lo spazio in un ecosistema multimediale progettato per valorizzare l’unicità di Palmanova, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO dal 2017. 

L’attività è stata realizzata nell’ambito del finanziamento dei “Grandi Progetti culturali 2019” per la realizzazione di interventi di restauro e consolidamento delle mura urbiche della città di Palmanova. I lavori, a causa della pandemia da COVID-19 nel 2020, hanno subito un rallentamento e, conseguentemente, il progetto ha beneficiato di una proroga, con la consegna prevista tra dicembre 2023 e febbraio 2024. 

 

Palmanova extended city

Palmanova, unica città a forma di stella a nove punte ancora intatta, è un modello iconico di architettura militare moderna. Fondata nel 1593 dalla Serenissima Repubblica di Venezia, presenta tre cerchie murarie concentriche: due rinascimentali, con nove baluardi e rivellini, e una terza napoleonica, con nove lunette, aggiunta nel XIX secolo. Progettata per difendere il Friuli dai Turchi e dagli Asburgo, è un esempio di fortificazioni “alla moderna”.

Dichiarata Monumento Nazionale nel 1960, dal 2017 è Patrimonio Mondiale Unesco nel sito “Le opere di difesa veneziane” e, dal 2018, fa parte dei Borghi più belli d’Italia.

Il centro multimediale della città rappresenta un punto di riferimento per chi desidera approfondire la storia e l’evoluzione della Città Fortezza di Palmanova. Attraverso un’esperienza coinvolgente, il centro offre una panoramica interattiva dei momenti più significativi che hanno caratterizzato la sua esistenza, dai suoi primi anni sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia, fino al periodo contemporaneo.

IL NOSTRO INTERVENTO

1- 3D SCAN 

Fotogrammetria da Drone

A partire da una serie di fotografie ad alta risoluzione, è stato realizzato un modello 3D dell’intera città. Successivamente, il modello è stato virtualmente “restaurato” per colmare le lacune, correggere le anomalie e ottimizzarlo per la stampa 3D.

2- 3D PRINT

Complex large model

La scansione 3D è stata processata per la stampa. Successivamente, è stata semplificata in Blender e suddivisa in esagoni, così da poter essere stampata simultaneamente da più macchine. Una volta stampati, gli esagoni sono stati assemblati, incollati, carteggiati e, infine, dipinti. 

3 – VIDEOMAPPING

Un’animazione con voce narrante illustra l’evoluzione della città, proiettando immagini, luci e forme direttamente sul modello 3D precedentemente stampato.

È stato, quindi, utilizzato un proiettore a grande ottica per garantire un’illuminazione precisa e uniforme. Grazie all’utilizzo di software specializzati, sono state applicate delle maschere digitali che consentono di illuminare selettivamente determinate aree del modello, mettendo in risalto i dettagli più significativi. L’effetto è ulteriormente arricchito dalla proiezione lungo la parte laterale del modello, creando una rappresentazione visiva dinamica.

4 – HISTORICAL TALKERS

Narratori virtuali su Totem

Per approfondire alcuni episodi del passato di Palmanova, abbiamo scelto quattro personaggi storici realmente esistiti. Questi “talkers” sono stati interpretati da attori locali in costume e i video (in italiano, inglese e tedesco) sono stati integrati in totem da 45” gestiti tramite una regia centrale.

5- ALLESTIMENTO

Welcome Center

Palmanova Extended City è un sistema multimediale interattivo, gestito da una regia, arricchito da una dimensione digitale per accedere a contenuti esclusivi, esplorare virtualmente bastioni e mura e scaricare mappe e brochure.

Dunque, lo spazio è stato completamente rinnovato per offrire un’esperienza moderna e immersiva. L’allestimento è stato progettato nei minimi dettagli: tavolini realizzati ad hoc si integrano armoniosamente con stand verticali a parete, che presentano in modo chiaro le informazioni essenziali. È stata, inoltre, creata un’area tecnica dedicata, completa di computer e di una postazione di regia, dove un operatore è responsabile di gestire i contenuti visivi e attivare i monitor all’occorrenza, concludendo l’esperienza con uno spettacolare videomapping.

DIFFUSIONE DEI RISULTATI

Messaggero Veneto – 04 aprile 2024

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La Vita Cattolica – 29 ottobre 2024

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ArcheoVirtual 2024 – DiversaMente

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PNRR Accessibilità – Museo San Francesco a Mercatello – Urbino (PU)

In collaborazione con il Museo Mercatello, abbiamo realizzato un percorso tattile con modelli 3D stampati e applicati sui panelli in braille con QR code per rendere maggiormente fruibile la visita a tutti indistintamente. Inoltre abbiamo creato la pannellistica in braille con QR code collegati al sito oltre che la possibilità di accedere alle audio guide anche con la modalità LIS.

A crollare questo lavoro si è provveduto a rendere virtualmente fruibile tutto il complesso museale, potendo visitare le varie zone ed accedere ai medesimi QR code presenti in loco.

Attività finanziata nell’ambito del progetto: “M1C3 – Investimento 1.2 “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi” finanziato dall’Unione Europea – Next Generation Eu Mission 1 componente 3 Cultura 4.0.

Sono inoltre stati realizzati dei supporti didattici tramite dei calchi in gomma siliconica di stampe 3D in scala per i percorsi scolastici.

 

percorso tattile con modelli 3D stampati e applicati sui panelli in braille con QR code

La realizzazione dei nuovi pannelli permette di vivere appieno l’esperienza del Museo, essendo in grado di toccare i reperti come se fossero quelli veri. Questo consente inoltre di abbattere le barriere per le persone con disabilità e di consentire ai bambini un’esperienza più vibrante.

La struttura Museale consta di più palazzi di riferimento, ovvero il Convento, La Chiesa di San Francesco ed il Museo. Tutti questi spazi, oltre alle zone che l congiungono hanno fruito dell’implementazione di strutture volte a ridurre le barriere per le persone diversamente abili. Questo ha consentito alla Città di Mercatello di ottenere la Bandiera Lilla.

MUSEO MERCATELLO

Complesso Museale

La Chiesa di San Francesco fu destinata ad accogliere opere del territorio sin dal 1926, anno in cui terminarono i lavori di restauro che la ripristinarono come realtà francescana.

Il percorso museale presenta opere d’arte di straordinario valore e si snoda in suggestivi spazi architettonici, al suo interno si possono ammirare, dipinti, sculture ed oggetti liturgici.

IL NOSTRO INTERVENTO

1- PANNELLI DESCRITTIVI CON QR CODE 

Abbiamo realizzato i pannelli descrittivi di varie opere presenti nel Complesso Musale. I QR Code presenti nei pannelli rimandano alle immagini e/o alle audioguide in italiano ed inglese ed ai video in LIS.

2- ALLESTIMENTO E STAMPA DEI PANNELLI IN BRAILLE

Nel percorso allestitivo sono stati disposti accanto ai reperti dei pannelli in lamine di ferro. Questi, verniciati a polvere color testa di moro, hanno previsto l’applicazione di stampe in braille, legata alla descrizione del reperto esposto.

Oltre alla stampa in Braille si è deciso di inserire anche le riproduzioni in stampa 3D dei reperti di riferimento.

3 – VIRTUAL TOUR 

E’ stato realizzato un Tour virtuale di tutto il Complesso Museale della Città di Mercatello. E’ possibile visitare gli esterni e gli interni del Museo e della Chiesa ottenendo anche informazioni sulle differenti opere presenti. 

4 – REALIZZAZIONE VIDEO NEL LINGUAGGIO DEI SEGNI ( L.I.S.)

Creazione di video informativi nelle Lingua Italiana dei Segni (L.I.S.) Realizzati per ogni zona del Complesso Museale di Mercatello.

All’interno dei Virtual Tour cliccando sulle Icone di Info si apre la scheda relativa alla zona che si sta visitando. All’interno oltre alla descrizione ci sono anche i Video in Italiano, Inglese e L.I.S.

5- REALIZZAZIONE PLANIMETRIA 3D

Realizzazione planimetria in 3D del Complesso Museale della Città di Mercatello. E’ stata effettuata la scansione tramite droni per poter ricreare il modello computerizzato necessario per effettuare la Stampa 3D dei vari pezzi della mappa.

Stampa 3D del Santo Graal – Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo (GE)

Il Sacro Catino di Genova è attualmente conservato in un’apposita cappella all’interno della Cattedrale di San Lorenzo a Genova. In collaborazione con  l’Arcidiocesi di Genova, il Segretariato Regionale Ministero della Cultura, la Soprintendenza ABAP Genova, il Comune di Genova, e una cordata di ditte, è stato realizzato un accurato processo di restauro, digitalizzazione e riallestimento dell’oggetto sacro, all’interno di una nuova vetrina antisismica. 

La copia del Sacro Catino da noi prodotta attraverso la scansione fotogrammetrica, laser e stampa 3D verrà utilizzata per la creazione della vetrina e del supporto antisismico, al posto del reperto originale.

 

Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo

Il Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo, situato a Genova, è ospitato all’interno della cattedrale di San Lorenzo risalente al IX secolo. Durante il XV secolo ci furono ampliamenti, restauri, e la creazione di spazi specifici per la conservazione dei tesori della chiesa. Questo segnò l’inizio della creazione di ciò che oggi è noto come il Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo. Successivamente sotto l’arcivescovo Stefano Durazzo, il museo subì importanti interventi di restauro e riorganizzazione, e furono aggiunti nuovi pezzi alla collezione. Il museo, nel corso del XIX secolo iniziò ad aprirsi al pubblico, consentendo ai visitatori di ammirare la ricca collezione di opere d’arte sacra e tesori della cattedrale.

Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo

Sacro catino: Storia e leggende

Questo prezioso piatto, da secoli considerato un autentico smeraldo, in realtà è stato creato versando vetro colorato di verde in uno stampo esagonale. È famoso come il Santo Graal, il piatto utilizzato da Cristo durante l’ultima cena per condividere l’agnello pasquale con i suoi discepoli, secondo la tradizione.
L’origine di questo manufatto risale all’antica provincia di Siria, probabilmente intorno al I secolo d.C., anche se la sua datazione è oggetto di dibattito. La versione più accreditata suggerisce che sia stato portato a Genova da Guglielmo Embriaco dopo la conquista di Cesarea nel 1101, durante la prima Crociata. In passato, questa preziosa reliquia veniva esibita nella Cattedrale solo il primo giorno di Quaresima. Nel XIX secolo, all’inizio del secolo, Napoleone lo trasferì a Parigi, dove fu oggetto di un’analisi che svelò la sua vera natura di vetro. È probabile che durante il viaggio di ritorno, durante il trasporto da Parigi a Torino, sia stato danneggiato e si sia rotto. Nel corso dei secoli, il catino è stato oggetto di numerosi studi e analisi scientifiche per determinare la sua origine e autenticità.

IL NOSTRO INTERVENTO

1 – LA SCANSIONE 3D

Questo nell’immagine è il risultato di due tecniche di rilievo indiretto: la scansione fotogrammetrica e la scansione a luce strutturata. La prima si fonda sulla trasformazione di numerose fotografie digitali in una nuvola di punti, rappresenta l’oggetto completo dei colori che lo caratterizzano. La seconda invece è perfetta per l’acquisizione della morfologia dell’oggetto.

2 – LA STAMPA 3D

Il modello 3D ottenuto è stato stampato in stereolitografia con l’utilizzo di una resina traslucida. Una volta indurita, è stata successivamente carteggiata, trattata e pitturata in modo tale da essere il più fedeltà all’originale, nella sua forma e colore.

Scansione fotogrammetrica e RTI- Stele di Tortora, Reggio Calabria (RC)

Il Cippo di Tortora, esposto al livello B del Museo è stato oggetto di analisi dettagliate frutto della collaborazione dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università degli Studi di Salerno, in particolar modo del prof. Paolo Poccetti e dell prof. Luigi Vecchio. Questi insieme alla dottoressa Barbara Fazzari, funzionario responsabile del Laboratorio di restauro del MArRC, e con la dottoressa Daniela Costanzo, funzionario responsabile delle Collezioni museali, hanno svolto un’ indagine del cippo.

La Stele di Tortora è un reperto di grande valore storico e archeologico che continua a suscitare interesse soprattutto per la difficoltà di interpretazione dell’iscrizione. Grazie agli strumenti digitali da noi usati,  quali la fotogrammetria 3D e l’Rti, si è cercato di migliorare la lettura dell’epigrafe rispetto alla sua edizione di oltre venti anni fa.

Museo ARCHEOLOGICO DI REGGIO CALABRIA

Il museo, fondato nel 1882 con l’obiettivo di raccogliere, conservare e mostrare al pubblico i reperti archeologici provenienti dalla Calabria antica, è caratterizzato da diverse fasi di ristrutturazione e ampliamento nel corso degli anni.

Inizialmente, il museo era dislocato in varie parti della città. Nel 1905, fu trasferito nell’edificio che attualmente lo ospita, progettato dall’architetto Marcello Piacentini in uno stile neoclassico. Nel 2016 invece, stata inaugurata una nuova ala del museo, nota come “Nuova Alawing,” che ospita la collezione numismatica.

Questo ospita tuttora una vasta collezione di reperti archeologici, tra cui statue, vasi, monete, gioielli, mosaici e altre testimonianze in particolar modo risalenti al periodo della Magna Grecia. Una delle opere più celebri del museo è il “Bronzo di Riace”, una coppia di statue di guerrieri in bronzo risalenti al V secolo a.C. Queste statue sono state recuperate dal mare nei pressi di Riace Marina nel 1972 e sono considerate uno dei capolavori dell’arte greca antica.

Museo Archeologico di Reggio Calabria

La stele di Tortora: storia e origini

La Stele di Tortora, scoperta a Tortora e risalente all’epoca del Bronzo Antico, è uno dei principali reperti della cultura eneolitica della Calabria.

Il cippo è inciso su entrambi i lati con segni e simboli, che rappresentano una delle prime forme di scrittura conosciute in Italia. Nonostante questi sono considerati uno dei primi esempi di scrittura prealfabetica in Italia, il significato preciso dei simboli rimane oggetto di studio e discussione. Alcuni ritengono infatti che possa trattarsi di una forma primitiva di registrazione di eventi o informazioni importanti per la comunità che l’ha creata.

IL NOSTRO INTERVENTO

1 – LA FOTOGRAMMETRIA 3D

Abbiamo eseguito una scansione 3D del cippo direttamente presso il MArRc: la scansione è stata ottenuta con la fotogrammetria. Questa è una tecnica di rilievo che si basa sulla rielaborazione di molte fotografie digitali trasformate in una nuvola di punti. Questi punti vengono utilizzati per stabilire una corrispondenza tra le diverse immagini e per calcolare le informazioni tridimensionali.

 

2 – REFLECTANCE TRASFORMATION IMAGING (RTI)

Successivamente abbiamo acquisito la superficie del cippo attraverso un processo di fotografia digitale, RTI. Per creare un’immagine RTI vengono catturate una serie di fotografie della superficie dell’oggetto da diverse angolazioni e con diverse direzioni di illuminazione. Ogni immagine è scattata con una fonte luminosa posizionata in una posizione diversa rispetto all’oggetto.

Le tecniche digitali utilizzate daranno un grande contributo data dalla lettura particolarmente problematica per via delle difficili condizioni del supporto. Lo studio è ancora in corso, seguiranno presto aggiornamenti.

Dicono di noi

Reggio TODAY – 25 maggio 2023

Il Reggino – 6 Giugno 2023

Allestimento – Museo Navale Romano di Albenga (SV)

Per il Ministero della Cultura – Segretariato Regionale per la Liguria abbiamo collaborato al nuovo allestimento del Museo Navale Romano di Albenga (SV) all’interno dello storico Palazzo Peloso Cepolla.

Il percorso, che si snoda in tre sale, prevede la valorizzazione dei reperti e della realtà museale attraverso la realizzazione degli apparati grafici (grafica a parete e stampa di tutti i supporti a parete e a pavimento) e design del nuovo logo, creazione di software per touch screen media, Virtual Tour, ricostruzione 3D della nave romana e installazione multimediale per la sua fruizione, sito web e webapp.

IL MUSEO NAVALE ROMANO

La creazione del Museo Navale Romano, situato nel cuore di Albenga (SV), è strettamente associata al ritrovamento di una nave romana risalente al I secolo a.C., scoperta a circa due miglia dalla costa. Con la prima commissione dei lavori di archeologia subacquea sotto la direzione di Nino Lamboglia, vennero portati alla luce più di mille anfore, vasi, oggetti di bordo e alcuni resti in legno della nave. Nel 1962 ci fu invece una seconda spedizione che fu condotta dalla nave Daino. In totale ci furono circa tredici spedizioni organizzate e condotte dal Centro Sperimentale di Archeologia Sottomarina, che ha la sua sede nazionale proprio ad Albenga.

Gli oggetti recuperati, compresi gli articoli di uso personale dell’equipaggio e degli uomini armati a bordo (come gli elmi), permettono di datare il naufragio della Nave Romana di Albenga tra il 100 e il 90 a.C. Questo periodo coincide con l’assegnazione del diritto latino alle popolazioni liguri, il processo di romanizzazione della regione e la conseguente crescita delle città.

Oltre ai ritrovamenti della nave romana rinvenuti dal 1957 in poi nei fondali circostanti l’isola Gallinara, il museo presenta la sala detta “degli affreschi” con allestita la raccolta dei vasi da farmacia provenienti dall’ospedale di Albenga e, in altre sale la mostra permanente sulla preistoria della val Pennavaira, zona geografica tra Liguria e Piemonte.

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Reperti archeologici del relitto romano

Gli importanti reperti e altri materiali rinvenuti in seguito alle varie spedizioni di ricerca subacquea nelle profondità circostanti l’isola Gallinara, testimoniano l’enorme portata storica dell’imbarcazione.

L’allestimento nelle tre sale del Palazzo si rivela perciò di notevole importanza in quanto permette di ricostruire la storia del relitto considerato la più grande nave commerciale romana mai ritrovata. Questa trasportava un carico straordinario composto da oltre 10.000 anfore contenenti pregiato vino proveniente dalla regione della Campania, destinato ai mercati del sud della Francia e della Spagna. Oltre al vino, veniva esportata anche ceramica con vernice nera e una vasta gamma di altri manufatti in ceramica.

Il percorso della visita rappresenta una testimonianza vivente delle attività di studio e recupero dei reperti e mira a valorizzare questa importante realtà museale creata negli anni ‘50 del secolo scorso dall’Istituto Internazionale Studi Liguri fondato e diretto da Nino Lamboglia.

Abbiamo perciò organizzato le tre sale in modo tale da rendere la visita una discesa nel mare fino alla scoperta dell’imbarcazione sia con il design del logo, la presenza di ricostruzioni 3D, Virtual Tour, visori e pannelli grafici. 

IL NOSTRO INTERVENTO


 

1- DESIGN DEL LOGO

Innanzitutto ci siamo occupati del design del logo prestando attenzione alla scelta cromatica. Questa, dall’azzurro chiaro ad un blu più intenso, è connessa al tema navale in modo tale da suggestionare il visitatore, stanza dopo stanza, e dare l’idea di una discesa nel fondale marino, luogo di ritrovamento del relitto romano.

2- L’ORGANIZZAZIONE DEI REPERTI

Abbiamo scelto di rivolgere la prima stanza al territorio di Albenga e alla zona circostante del Parco Marittimo. Nel layout della sala sono presenti delle nicchie per i visori utilizzati per la visualizzazione di filmati. Questi sono stati ripresi dai sub dei carabinieri durante l’immersione per la messa in sicurezza dei reperti del relitto A di Albenga.

La seconda stanza, invece, contiene reperti dei relitti intorno all’isola Gallinaria, il vero e proprio avamposto di Albenga, mentre la terza, il cuore del museo, è dedicata al relitto A di Albenga, studiato da Lamboglia proprio all’isola di Gallinaria. 

3- MESSA IN POSA DELL’ APPARATO GRAFICO

L’allestimento ha previsto la messa in posa della grafica a parete e di tutti i supporti a parete e a pavimento.

Inaugurazione DELLA MOSTRA

All’inaugurazione del nuovo allestimento del museo navale nel Palazzo Peloso Cepolla nello scorso 9 giugno erano presenti il direttore generale dei Musei dello Stato Massimo Osanna e il direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Luigi La Rocca, Manuela Salvitti, segretario regionale per la Liguria, Roberto Leone, soprintendente Abap Imperia-Savona, Vincenzo Tinè Simon Luca Trigona già soprintendente Abap Liguria, responsabile Stas Liguria Giovanni Mennella, Daniela Gandolfi presidente Iisl e dirigente Iisl Csas e Alessandra Guerrini, direttore regionale Musei Liguria

Erano presenti anche Cristina Bartolino soprintendente Abap Genova Spezia, Barbara Davide soprintendente nazionale Patrimonio Culturale Subacqueo, il presidente ILLS Giovanni Mennella e il dirigente archeologo IILS- CSAS Daniela Gandolfi.

Precedentemente alla visita della mostra, si è tenuto il convegno “Albenga patria dell’archeologia subacquea italiana” a cura della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona, durante il quale si presenterà il volume “La Nave Romana di Albenga” e i lavori di restauro e allestimento del nuovo museo Navale presieduti dalle autorità: Riccardo Tomatis sindaco di Albenga, Alberto Passino vicesindaco e assessore alla cultura di Albenga, Marco Scajola assessore della Regione Liguria e Vincenzo Tinè soprintendente Sabap Vemet.

invito

Programma della presentazione pubblica del volume “La nave romana di Albenga” e del nuovo allestimento Museo Navale Romano

Scansione e stampa 3D – Stele di Voltino-Tremosine (BS)

Una fedele copia della Stele di Voltino, stampata in 3D, torna nella sua collocazione originale a Tremosine (BS), grazie alla collaborazione tra la SABAP di Brescia, la Fondazione Brescia Musei e il Comune di Tremosine.

Nei musei, si sa, sono conservati reperti e opere provenienti da luoghi e contesti originali anche molto differenti. Tali reperti, talvolta, sono giunti alle raccolte museali solo dopo una lunga storia di spostamenti, riusi e reimpieghi.

È un caso frequente per le epigrafi, iscrizioni su pietra: nate in antichità con precise finalità (votiva, celebrativa, funeraria), ricollocate in contesti differenti (reimpiego come materiale da costruzione, riuso simbolico) e, infine, recuperate, studiate e valorizzate nelle nei musei e nelle collezioni archeologiche.

Proprio a Brescia, nel Parco Archeologico, esiste una straodinaria raccolta di epigrafi, cominciata nel 1830 da Luigi Basiletti e Giovanni Labus e collocata in una cella del Capitolium

La stele di voltino: storia e origini

Tra i materiali raccolti e ancora oggi visibili particolare rilevanza ha la Stele di Voltino: si tratta di un’iscrizione bilingue, in latino e in una seconda lingua, interpretata da alcuni studiosi come camuno e da altri come leponzio (celtico).

È una preziosa testimonianza dell’incontro e della commistione in territorio bresciano di romani e popolazioni alpine, con conseguente bilinguismo diffuso.

Lo ‘scrittore di Voltino’ non sembra, in realtà, saper scrivere bene né in latino né nella seconda lingua: situazione tipica di chi ha madre e padre parlanti lingue diverse (nel nostro caso latino e probabilmente camuno).

Nel Medioevo la stele fu reimpiegata come materiale da costruzione nell’erezione del campanile romanico di Voltino, frazione di Tremosine (BS), località posta sulla riva occidentale del Lago di Garda. Da lì fu rimossa nel XIX secolo per essere appunto trasferita nel Capitolium di Brescia.

Da tempo la città di Tremosine desiderava un ritorno dell’antica iscrizione e, come 7eMezzo.biz, abbiamo potuto concretizzare questo sogno attraverso le nuove tecnologie, arrivando a ricollocare alla base del campanile una replica in scala 1:1, realizzata attraverso la stampa 3D.

IL NOSTRO INTERVENTO

1 – AL CAPITOLIUM DI BRESCIA…

Abbiamo eseguito una scansione 3D del reperto originale direttamente presso il Capitolium di Brescia: la scansione è stata ottenuta con la fotogrammetria, che produce un’immagine virtuale tridimensionale del reperto in tutta sicurezza, senza doverlo toccare o sottoporre a movimentazione.

2 – DAL REPERTO AL MODELLO 3D

Per ottenere la copia digitale del reperto le fotografie scattate vengono rielaborate attraverso un apposito software e trasformate in una nuvola di punti, che adeguatamente texturizzate permettono di avere una copia digitale in tutto e per tutto fedele all’originale.

Elaborazione del modello 3D

3 – STAMPA 3D E RICOLLOCAZIONE

Il modello digitale ottenuto è stato stampato in 3D e, dopo aver utilizzato un polimero derivato dal mais, la replica in scala 1:1 del reperto è stata sottoposta a trattamento anticante per poterlo rendere più fedele all’originale.

La replica della stele è stata poi verniciata con uno spray dello stesso colore dell’originale e fatto asciugare.

Infine, abbiamo ricollocato la replica del reperto nella sua sede originale, presso il campanile romanico di Tremosine (BS). Successivamente la rubricatura dell’originale viene replicata attraverso l’uso di un colorante rosso ad imitazione del minio.

Il restauro virtuale dei bassorilievi di Giulio Romano a Mantova

IL RESTAURO VIRTUALE DEI BASSORILIEVI DI GIULIO ROMANO A MANTOVA

7emezzo.biz è realtà leader nel campo del restauro virtuale, le cui potenzialità per lo studio, documentazione, conservazione, monitoraggio, ricostruzione e valorizzazione del Patrimonio sono altissime.

Presso il Palazzo Ducale di Mantova  si sono svolti recentemente dei restauri, allestimenti e nuovi percorsi museali che hanno visto protagonisti la Wunderkammer, l’appartamento di Troia, il Cortile della Cavallerizza e la monumentale Galleria dei Mesi.

Presso la Galleria il restauro per il consolidamento della volta, diviso tra intervento dell’ intradosso e dell’estradosso è stato svolto sotto la responsabilità della restauratrice Daniela Marzia Mazzaglia di Palazzo Ducale ed eseguito dalla ditta Lithos srl.; mentre l’intervento strutturale è stato eseguito dalla ditta Lares srl, con la guida dell’ingegnere Giovanni Gualerzi e sotto la responsabilità dell’architetto Antonio Giovanni Mazzeri di Palazzo Ducale.

In colloborazione con il Palazzo Ducale e il Ministero della Cultura, abbiamo realizzato e ricollocato sulla testata ovest, del ‘Giorno’ e della ‘Notte’, due riproduzioni 3D dei bassorilievi che nell’800 ornavano le parti superiori ai lati del passaggio, di fianco all’esedra di testata. La combinazione di scansioni 3D, restauro virtuale e stampa 3D è stato dunque finalizzata alla creazione di una replica fisica e virtuale delle opere, da restaurare digitalmente, asportando le modifiche e integrazioni apportate nei secoli ai bassorilievi di Giulio Romano per restituire il loro aspetto originario.

Palazzo TE

Palazzo Te, progettato e costruito dall’architetto rinascimentale Giulio Romano tra il 1524 e il 1534, fu commissionato dal duca di Mantova Federico II Gonzaga come villa di piacere e intrattenimento per la famiglia Gonzaga. Dopo la caduta dei Gonzaga e i cambiamenti politici nella regione, il Palazzo Te perse la sua importanza e cadde in stato di declino. Fu successivamente trasformato in una caserma militare e subì gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la guerra fu restaurato e aperto al pubblico come museo.

Il palazzo, rinomato per le sue caratteristiche architettoniche, è adornato con affreschi e decorazioni, molti dei quali sono stati creati da artisti dell’epoca, tra cui lo stesso Giulio Romano.

Oggi l’edificio, che deve il suo nome al soprannome di Giulio Romano, permette ai visitatori di esplorare la sua straordinaria architettura e opere d’arte, dando un’idea dell’estetica e dello stile di vita dell’epoca rinascimentale.

Scopri di più su Palazzo Te

I BASSORILIEVI DI GIULIO ROMANO

Protagonisti dell’intervento sono alcuni bassorilievi (pannelli figurati e cariatidi) disegnati da Giulio Romano per il Palazzo Ducale di Mantova: nello specifico, le opere, realizzate nel ‘500, abbellivano l’Appartamento vedovile di Isabella d’Este e l’Appartamento di Troia. Nel 1813 tali bassorilievi, dopo essere stati asportati dal loro contesto originario, trovarono una nuova collocazione presso Palazzo Te, sempre a Mantova, dove possono essere ancora ammirati presso la Sala delle Cariatidi.

FLUSSO DI LAVORO

1 – La ricerca d’archivio

L’intervento ha previsto innanzitutto una serie di approfondite indagini storiche e di archivio, che hanno permesso di ricostruire la storia, la stratificazione degli adattamenti e delle modifiche apportate ai bassorilievi e di ottenere una stampa 3D delle opere nella loro veste originaria cinquecentesca.

Tre dei rilievi, presenti a Palazzo Te nell’Ottocento, furono staccati per essere ricollocati alla camera delle Cariatidi. L’unico rimasto in sito fu il bassorilievo realizzato da Giulio Romano intorno al quadrante di un orologio, il Kronos/Saturno.

1 – La scansione e la modellazione 3D

Il primo passaggio ha previsto la scansione 3D dei bassorilievi di Giulio Romano custoditi presso la Sala delle Cariatidi di Palazzo Te. Per realizzarla abbiamo fatto uso sia del laser scanner che della fotogrammetria 3D, una tecnica che permette di digitalizzare un’opera attraverso l’uso di una macchina fotografica e di un apposito software. 

Bassorilievo presso la camera delle Cariatidi

I fotopiani dei bassorilievi sono ottenuti con tecniche SFM e scansioni a luce

3 – La stampa 3D  

I blocchi in 3D dei bassorilievi, oltre ad essere tradotti in una mesh poligonale virtuale visualizzabile in un computer, sono stati stampati. Successivamente le copie ottenute, prima di essere ricollocate, sono state assemblate e stuccate.

3 – La ricollocazione e il fissaggio

Infine, grazie alla stampa 3D, le repliche sono state alloggiate con dei ponteggi presso gli appartamenti di Palazzo Ducale da cui furono asportate nell’ Ottocento, tornando a completarne la magnifica decorazione.

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Palazzo Ducale di Mantova

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Scansione 3D – Grotte di Pertosa (SA)

In collaborazione con la Fondazione MIDA nelle Grotte di Pertosa, avanti già alle spalle numerosi studi, sono stati portate avanti indagini archeologiche, costanti lavori di conservazione e miglioramento per garantire la preservazione delle formazioni calcaree.

Le Grotte presentano infatti due unicità che consistono nell’essere le uniche grotte in Italia dove è possibile navigare un fiume sotterraneo, il Negro ed essere le sole in Europa a conservare i resti di un villaggio palafitticolo risalente al II millennio a.C.

GROTTE DI PERTOSA

Le Grotte di Pertosa, conosciute anche come le Grotte dell’Angelo, sono famose per le loro formazioni calcaree spettacolari e per i fiumi sotterranei che le attraversano. Si tratta di una serie di grotte sotterranee situate nella città di Pertosa, nella regione della Campania.

Le prime indagini furono compiute nel 1898 da due studiosi, Giovanni Patroni e Paolo Carucci. Oltre ai numerosi reperti che delinearono le diverse fasi di frequentazione umana della grotta, quest’ultimo rinvenne una struttura di legno, simile ad una palafitta; mentre Carucci, raggiungendo una profondità di 2,80 metri scoprì in una seconda palafitta.

Dopo l’apertura del sito nel 1932, gli studiosi hanno studiato e analizzato le stalattiti e le stalagmiti li presenti e nel corso degli anni hanno allestito e organizzato il geosito in percorsi turistici tali da poter camminare lungo i sentieri e attraversare i fiumi sotterranei in piccole imbarcazioni. Negli anni 2009 e 2013 di fatto la situazione si è trasformata in relazione al deposito terroso inglobato in una banchina di imbarco per i turisti e per la costruzione di una diga che ha innalzato il livello idrico sommergendo il giacimento archeologico. Le indagini moderne hanno messo in evidenza come l’impianto palafitticolo, datato con il radiocarbonio al II millennio a.C., si sviluppa sia lungo il margine sinistro dell’antegrotta che in ambienti completamente bui.

Oltre all’aspetto turistico, le grotte hanno continuato a essere oggetto di ricerche scientifiche e geologiche. Gli speleologi e gli scienziati hanno studiato la flora, la fauna e la geologia delle grotte per comprendere meglio il loro ambiente unico.

 

GROTTE DI PERTOSA, SALERNO

STORIA DEGLI SCAVI ARCHEOLOGICI


La storia degli scavi e dell’esplorazione di queste grotte inizia nel XX secolo. Le Grotte di Pertosa furono infatti scoperte per la prima volta nel 1932 da un gruppo di speleologi italiani. Questi speleologi, tra cui Ettore Molaroni, Antonio Romanelli, e Raffaele Bentivoglio, furono i primi a esplorare le grotte in profondità e a documentarne le caratteristiche geologiche e naturali.

Dopo la scoperta iniziale, gli speleologi continuarono ad esplorare e studiare le grotte scoprendo numerosi passaggi, vasellame, camere sotterranee e corsi d’acqua all’interno delle grotte. La prima sezione delle grotte fu resa accessibile ai visitatori attraverso sentieri e passerelle nel 1938 e solo successivamente furono installate luci per illuminare le formazioni calcaree e furono aperti nuovi percorsi turistici.

Le Grotte di Pertosa sono diventate una delle principali attrazioni turistiche nella regione della Campania e sono state oggetto di costanti lavori di conservazione e miglioramento per garantire la sicurezza dei visitatori e la preservazione delle meravigliose formazioni calcaree.

VIDEO PANORAMICO- GROTTE DI PERTOSA

Breve video panoramico delle meravigliose Grotte di Pertosa con un ringraziamento al Presidente della Fondazione MIdA Francescantonio D’Orilia, Sindaco di Pertosa Michele Caggiano, l’ingegnere Angelo Mastrangelo, gli speleologhi Antonio Coronato e Pierino Di Blasio e la responsabile marketing Fondazione MIdA Anna De Mauro

Mantova, Galleria dei Mesi – Posizionamento delle stampe 3D












In seguito all’intervento di scansione 3D con laserscanner dei rilievi di Giulio Romano provenienti dalla Galleria dei Mesi, ma spostate a Palazzo Te nell’ambito di interventi Ottocenteschi, abbiamo prodotto delle stampe 3D. Le stampe sono state rielaborate manualmente e alloggiate nella loro posizione originale Cinquecentesca. Oltre alla scansione dei bassorilievi è stata eseguita anche quella delle nicchie da cui furono asportate per monitorarne lo stato e gli eventuali cambiamenti. 



Scopri di più sull’intervento di scansione 3D eseguito nella Camera delle Cariatidi a Palazzo Te – Mantova 







palazzo ducale e la galleria dei mesi

Il Palazzo Ducale di Mantova, noto anche come reggia dei Gonzaga, è stata dal 1308 la residenza ufficiale dei signori di Mantova, i Bonacolsi, e quindi la residenza principale dei Gonzaga, signori, marchesi ed infine duchi della città. 


Nata come loggia dell’Appartamento di Troia, la Galleria dei Mesi ne costituiva forse l’ingresso. Fu realizzata nel suo primo assetto alla fine degli anni Trenta del Cinquecento, sotto l’attenta supervisione di Giulio Romano e direttamente collegata alla Sala di Troia. Era in origine una loggia aperta e servì sin dall’inizio come antiquarium, da cui l’altro nome di Galleria dei Marmi. L’ornamento pittorico e plastico va diviso cronologicamente in due fasi di realizzazione: la metà settentrionale, in corrispondenza della Sala di Troia, è dell’epoca di Giulio Romano, l’altra è databile alla fine del Cinque o all’inizio del Seicento e fu forse coordinata da Antonio Maria Viani.

crediti: Palazzo Ducale Mantova



i rilievi di giulio romano






Gli stucchi cinquecenteschi scansionati, realizzati su disegno di Giulio Romano si trovano nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Te. La loro collocazione originale era però proprio la Galleria dei Mesi di Palazzo Ducale, insieme alle altre figure in stucco che sorreggono i segni zodiacali, da cui la sala prende il nome, e alla mirabile decorazione ad affresco ricca di elementi vegetali che dovevano alludere alla fertilità e all’abbondanza del territorio governato dai Gonzaga e da cui sono stati strappati nel 1813.  L’intervento è stato supportato da approfondite indagini storiche e di archivio, che hanno permesso di ricostruire la storia e la stratificazione degli adattamenti e delle modifiche apportate ai bassorilievi, ed ha permesso di ottenere una stampa 3D delle opere nella loro veste originaria cinquecentesca.



la stampa e la rielaborazione

I modelli sono stati stampati con una stampante 3D a filamento con polimero plastico PLA. 
La stampa 3D ottenuta viene eleborata manualmente per accrescere il più possibile il grado di fedeltà rispetto all’originale, nella sua forma, colore e texture. Dopo aver scartavetrato, stuccato e rifinito la stampa, viene dipinta con colori a tempera, a copia dell’originale e finita con vernice trasparente opacizzante.



Scopri di più sulla rilelaborazione delle stampe 3D e sulla creazione di repliche e supporti tattili 






IL POSIZIONAMENTO







Le stampe sono state alloggiate nelle nicchie originali e fissate alla parete. 

La Galleria, attualmente oggetto di restauro, è rimasta chiusa al pubblico negli ultimi tempi per via dei danni del terremoto del 2012, che hanno danneggiato la volta e sarà nuovamente visitabile nei primi mesi del 2023.