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Allestimento – Museo Navale Romano di Albenga (SV)

Per il Ministero della Cultura – Segretariato Regionale per la Liguria abbiamo collaborato al nuovo allestimento del Museo Navale Romano di Albenga (SV) all’interno dello storico Palazzo Peloso Cepolla.

Il percorso, che si snoda in tre sale, prevede la valorizzazione dei reperti e della realtà museale attraverso la realizzazione degli apparati grafici (grafica a parete e stampa di tutti i supporti a parete e a pavimento) e design del nuovo logo, creazione di software per touch screen media, Virtual Tour, ricostruzione 3D della nave romana e installazione multimediale per la sua fruizione, sito web e webapp.

IL MUSEO NAVALE ROMANO

La creazione del Museo Navale Romano, situato nel cuore di Albenga (SV), è strettamente associata al ritrovamento di una nave romana risalente al I secolo a.C., scoperta a circa due miglia dalla costa. Con la prima commissione dei lavori di archeologia subacquea sotto la direzione di Nino Lamboglia, vennero portati alla luce più di mille anfore, vasi, oggetti di bordo e alcuni resti in legno della nave. Nel 1962 ci fu invece una seconda spedizione che fu condotta dalla nave Daino. In totale ci furono circa tredici spedizioni organizzate e condotte dal Centro Sperimentale di Archeologia Sottomarina, che ha la sua sede nazionale proprio ad Albenga.

Gli oggetti recuperati, compresi gli articoli di uso personale dell’equipaggio e degli uomini armati a bordo (come gli elmi), permettono di datare il naufragio della Nave Romana di Albenga tra il 100 e il 90 a.C. Questo periodo coincide con l’assegnazione del diritto latino alle popolazioni liguri, il processo di romanizzazione della regione e la conseguente crescita delle città.

Oltre ai ritrovamenti della nave romana rinvenuti dal 1957 in poi nei fondali circostanti l’isola Gallinara, il museo presenta la sala detta “degli affreschi” con allestita la raccolta dei vasi da farmacia provenienti dall’ospedale di Albenga e, in altre sale la mostra permanente sulla preistoria della val Pennavaira, zona geografica tra Liguria e Piemonte.

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Reperti archeologici del relitto romano

Gli importanti reperti e altri materiali rinvenuti in seguito alle varie spedizioni di ricerca subacquea nelle profondità circostanti l’isola Gallinara, testimoniano l’enorme portata storica dell’imbarcazione.

L’allestimento nelle tre sale del Palazzo si rivela perciò di notevole importanza in quanto permette di ricostruire la storia del relitto considerato la più grande nave commerciale romana mai ritrovata. Questa trasportava un carico straordinario composto da oltre 10.000 anfore contenenti pregiato vino proveniente dalla regione della Campania, destinato ai mercati del sud della Francia e della Spagna. Oltre al vino, veniva esportata anche ceramica con vernice nera e una vasta gamma di altri manufatti in ceramica.

Il percorso della visita rappresenta una testimonianza vivente delle attività di studio e recupero dei reperti e mira a valorizzare questa importante realtà museale creata negli anni ‘50 del secolo scorso dall’Istituto Internazionale Studi Liguri fondato e diretto da Nino Lamboglia.

Abbiamo perciò organizzato le tre sale in modo tale da rendere la visita una discesa nel mare fino alla scoperta dell’imbarcazione sia con il design del logo, la presenza di ricostruzioni 3D, Virtual Tour, visori e pannelli grafici. 

IL NOSTRO INTERVENTO


 

1- DESIGN DEL LOGO

Innanzitutto ci siamo occupati del design del logo prestando attenzione alla scelta cromatica. Questa, dall’azzurro chiaro ad un blu più intenso, è connessa al tema navale in modo tale da suggestionare il visitatore, stanza dopo stanza, e dare l’idea di una discesa nel fondale marino, luogo di ritrovamento del relitto romano.

2- L’ORGANIZZAZIONE DEI REPERTI

Abbiamo scelto di rivolgere la prima stanza al territorio di Albenga e alla zona circostante del Parco Marittimo. Nel layout della sala sono presenti delle nicchie per i visori utilizzati per la visualizzazione di filmati. Questi sono stati ripresi dai sub dei carabinieri durante l’immersione per la messa in sicurezza dei reperti del relitto A di Albenga.

La seconda stanza, invece, contiene reperti dei relitti intorno all’isola Gallinaria, il vero e proprio avamposto di Albenga, mentre la terza, il cuore del museo, è dedicata al relitto A di Albenga, studiato da Lamboglia proprio all’isola di Gallinaria. 

3- MESSA IN POSA DELL’ APPARATO GRAFICO

L’allestimento ha previsto la messa in posa della grafica a parete e di tutti i supporti a parete e a pavimento.

Inaugurazione DELLA MOSTRA

All’inaugurazione del nuovo allestimento del museo navale nel Palazzo Peloso Cepolla nello scorso 9 giugno erano presenti il direttore generale dei Musei dello Stato Massimo Osanna e il direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Luigi La Rocca, Manuela Salvitti, segretario regionale per la Liguria, Roberto Leone, soprintendente Abap Imperia-Savona, Vincenzo Tinè Simon Luca Trigona già soprintendente Abap Liguria, responsabile Stas Liguria Giovanni Mennella, Daniela Gandolfi presidente Iisl e dirigente Iisl Csas e Alessandra Guerrini, direttore regionale Musei Liguria

Erano presenti anche Cristina Bartolino soprintendente Abap Genova Spezia, Barbara Davide soprintendente nazionale Patrimonio Culturale Subacqueo, il presidente ILLS Giovanni Mennella e il dirigente archeologo IILS- CSAS Daniela Gandolfi.

Precedentemente alla visita della mostra, si è tenuto il convegno “Albenga patria dell’archeologia subacquea italiana” a cura della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona, durante il quale si presenterà il volume “La Nave Romana di Albenga” e i lavori di restauro e allestimento del nuovo museo Navale presieduti dalle autorità: Riccardo Tomatis sindaco di Albenga, Alberto Passino vicesindaco e assessore alla cultura di Albenga, Marco Scajola assessore della Regione Liguria e Vincenzo Tinè soprintendente Sabap Vemet.

invito

Programma della presentazione pubblica del volume “La nave romana di Albenga” e del nuovo allestimento Museo Navale Romano

3D Virtual Experience – Bunker Comando a Recoaro Terme (VI)

Incaricati da Terme di Recoaro s.p.a. e grazie alla collaborazione dell’Associazione Bunker Recoaro 1944-45 e del Museo delle Forze Armate 1914-1945 di Montecchio Maggiore, abbiamo ideato e realizzato il progetto di valorizzazione del Grande Bunker Comando, situato all’interno del compendio termale.

Un generale tedesco accompagna il visitatore lungo un percorso che narra la storia del luogo simbolo delle trattative di pace della II Guerra Mondiale, tramite visori immersivi e video a 360°, narratori virtuali posti all’interno di totem touch ricostruzioni 3D.

Il progetto prevede una comunicazione integrata che si articola on-site attraverso supporti rigidi e interattivi e visori immersivi e on-line attraverso l’ideazione di un logo personalizzato, la creazione di un sito internet dedicato e la produzione di un video promozionale.

Recoaro Terme è situato all’estremo occidentale della provincia di Vicenza, immerso in una valle verdeggiante, la Conca di Smeraldo, e circondato dalla catena delle Piccole Dolomiti.

Le sue fonti termali, attive dal XVII secolo ne hanno fatto una stazione curativa e idrotermale rinomata a livello europeo. Durante l’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale, l’intero compendio termale delle Regie Fonti di Recoaro fu scelto come quartier generale del feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante supremo delle forze tedesche in Italia. Proprio all’interno di uno dei bunker costruiti presso le Fonti, pesantemente colpite dai bombardamenti alleati dell’aprile del 1945, si stabilirono le premesse per la cessazione dei conflitti, che portarono pochi giorni dopo alla resa incondizionata ratificata a Caserta.

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Il Grande Bunker Comando è una delle più importanti testimonianze dell’impegnativo programma di costruzione di rifugi per la difesa antiaerea, intrapreso a Recoaro dalla primavera del ’44 su progetto e direzione dell’organizzazione Todt.

Il rifugio è dotato di 3 gallerie di ingresso che conducono alla grande sala centrale e un lungo corridoio laterale collega 13 uffici, che ospitavano ufficiali e addetti al controllo. La volta in cemento armato ha protetto gli ambienti dal pesante bombardamento aereo del 20 aprile 1945, che ha interessato e quasi totalmente distrutto l’area delle Regie Fonti.

Nei giorni immediatamente successivi, all’interno del Bunker Comando si riunirono il comandante della Wehrmacht e quello delle SS per prendere la decisione di chiedere la resa agli alleati. Con la capitolazione del gruppo d’armate tedesche si pose fine così alla guerra in Italia.

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VIDEO PROMOZIONALE

VIDEO A 360°

Indossando un visore che permette di visualizzare immagini a 360°, il visitatore inizia il percorso narrativo proiettato direttamente nella realtà storica del 1945, anno a cui risale l’ambientazione ricreata per la valorizzazione del bunker. 

Per le riprese è stato allestito un set con un’ambientazione fedele al contesto storico, che abbiamo elaborato grazie al confronto con esperti coinvolti nel progetto, con attori in divisa tedesca d’epoca, mezzi militari, trincee, check point e uffici dettagliatamente ricostruiti.

La strumentazione di cui ci siamo avvalsi per fornire il massimo delle prestazioni nel nostro intervento comprende l’uso di una camera sferica Insta360 Pro 2. Questo tipo di camera permette di registrare immagini a 360° a 8K, le riprese vengono convertite in una sfera e quando uno spettatore la riproduce in questo formato, il dispositivo visualizzerà l’area della scena osservata adattandosi in tempo reale mentre lo spettatore si guarda intorno. 

NARRATORE VIRTUALE

All’interno del bunker, all’inizio e alla fine del percorso di visita, sono stati installati due totem touch interattivi. Pigiando un pulsante sullo schermo touch, il totem viene attivato direttamente dal visitatore, che potrà così visualizzare il narratore virtuale che spiega i contenuti in un video della durata di circa 90 secondi. Il dispositivo è adatto anche a persone con disabilità motorie.

Il narratore, impersonato da un attore in costume, è un generale tedesco che descrive l’ambiente del bunker e racconta in prima persona le tappe storiche che hanno portato il comando insediato a Recoaro alla resa e alla fine della guerra. Per le riprese è stato allestito un set con ambientazione e oggetti d’epoca e l’attore è stato ripreso con la tecnica del green screen.

La sceneggiatura e i testi sono stati ideati e scritti dopo un attento confronto con professionisti esperti del periodo storico. In fase di post-produzione e montaggio sono state inserite immagini e video d’epoca, reperite grazie a una ricerca in testi di settore, che vengono visualizzate sullo schermo del totem come ausilio visivo alla spiegazione del narratore. 

Il set allestito per le riprese con la tecnica green screen

Il video dopo la fase di post-produzione

Il contenuto video inserito nel totem all’interno del percorso di visita

pannelli a traguardo ottico

All’interno del bunker erano presenti 13 uffici, ma oggi non rimane alcuna tracce dell’alzato. Grazie all’installazione di un pannello a traguardo ottico su cui è stata stampata una vista 3D ricostruttiva è possibile comprendere l’originale disposizione di uno degli uffici di comando. Utilizzando questo tipo di installazione si vedrà una sovrapposizione tra la ricostruzione e l’area attuale. Sui pannelli trasparenti è possibile anche stampare foto d’epoca posizionandoli poi negli stessi punti da cui è stata scattata la foto per permettere l’allineamento visivo.

Guardando attraverso i pannelli realizzati su misura è possibile vedere una sovrapposizione tra la ricostruzione 3D o foto del monumento stampata sul pannello trasparente e le rovine reali. I supporti permettono l’osservazione della ricostruzione 3D da un’altezza adatta a tutti, dal momento che il centro focale può essere adattato secondo le esigenze.

SITO WEB

Per la promozione di 3D Bunker Virtual Experience abbiamo creato un sito web dedicato. La pagina, che contiene il video promozionale, è utile per rintracciare informazioni riguardanti il luogo e l’esperienza di visita, oltre che indicazioni utili su orari di apertura e costi. Attraverso il sito è possibile per il visitatore verificare la disponibilità e prenotare direttamente il biglietto d’ingresso. 

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Virtual Tour del Castello Sforzesco e Civico Museo Archeologico di Milano

360 degree image archaeological museum










Sono stati prodotti i Virtual Tour (VRTour) del Museo degli Strumenti Musicali presso il Castello Sforzesco, con sottofondo musicale, introduttivo alle visite virtuali in streaming e di tutte le sezioni del Civico Museo Archeologico di Milano e .

Incaricati dai Musei dell’Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici del Comune di Milano, abbiamo realizzato Virtual Tour (VRTour) e video a supporto delle attività divulgative e didattiche. 

Due video da drone del Castello Sforzesco, entrambi comprensivi di riprese ad alta risoluzione e montaggio e della durata di circa 10-15 minuti, offrono la possibilità di ammirare il complesso da una prospettiva unica e privilegiata. Il primo mostra la struttura esterna del Castello, presentata secondo un preciso ordine topografico, senza sonoro, per permetterne un utilizzo come supporto didattico, anche da parte di guide. Un  secondo video offre invece una panoramica degli highlights del Museo d’Arte Antica, partendo dagli ambienti significativi di epoca sforzesca tra cui la Sala delle Asse, attualmente chiusa al pubblico per restauri e quindi non visitabile fisicamente, la Sala dei Ducali, la Sala delle Colombine e la Cappella Ducale.




Le sezioni Preistorica ed Egizia sono ospitate invece presso le Sale Viscontee del Castello Sforzesco. Il castello, oltre che contenere ambienti unici per rilevanza storica e artistica, ospita diverse realtà museali, archivi, raccolte e biblioteche. L’ambiente più illustre del castello è sicuramente la leonardesca Sala delle Asse, le cui splendide decorazioni pittoriche di fine 1400, che con un effetto trompe-l’oeil simulano un pergolato coperto da intrecci vegetali e gelsi lungo tutta la volta, sono tornate alla luce agli inizi del Novecento.



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Il Civico Museo Archeologico di Milano ha sede nell’ex-convento del Monastero maggiore di San Maurizio, dove tra le sale espositive e il chiostro, in cui sono esposte svariate stele funerarie romane e dal quale si possono ammirare i resti di un’antica villa romana e le due torri d’epoca medievale dell’ex-monastero, si trovano le collezioni Greca, Etrusca, Romana, Altomedievale, Cesarea Marittima e Gandhara. 



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VIRTUAL TOUR

Il virtual tour è uno strumento di comunicazione di forte impatto emotivo che consente di creare percorsi di immagini da esplorare, permette una visita virtuale di un luogo esistente tramite la visualizzazione di immagini panoramiche da device mobile. Grazie all’inserimento di icone “hotspot” è possibile approfondire la visita visiva integrandola con contenuti aggiuntivi come testi, immagini ad alta risoluzione e scansioni 3D di oggetti. È un metodo rapido ed economico, ma fotorealistico con possibilità di contenuti aggiuntivi illimitati e aggiornamento in tempi brevissimi. Costituisce un valido supporto didattico, soprattutto quando non è possibile recarsi fisicamente al museo. 





La strumentazione di cui ci siamo avvalsi per fornire il massimo delle prestazioni nel nostro intervento comprende l’uso di una camera sferica Insta360 Pro 2. Questo tipo di camera permette di registrare immagini a 360° a 8K, le riprese vengono convertite in una sfera e quando uno spettatore la riproduce in questo formato, il dispositivo visualizzerà l’area della scena osservata adattandosi in tempo reale mentre lo spettatore si guarda intorno. Dopo l’esportazione della singole foto sferiche, la tecnica di Photo Stitching consente infatti di unire più fotogrammi per ottenere un’unica immagine finale: l’operazione di assemblaggio di un’immagine panoramica consiste nell’identificare dei punti caratteristici, comuni alle coppie di immagini.




All’interno del Virtual Tour (VRTour), sono stati inseriti degli hotspot che permettono di muoversi all’interno e altri in corrispondenza di pezzi o teche significativi per l’esperienza del percorso espositivo, che rimandano a testi esplicativi, che fungono da didascalie, o immagini e video che permettono di visualizzare in alta risoluzione i contenuti che vogliono essere approfonditi. Oltre a testi e immagini abbiamo inserito anche la possibilità di visualizzare le scansioni 3D di alcuni manufatti presenti nel museo, inseriti nella piattaforma Sketchfab.







Progetto: “Sotto il Cielo di Nut. Egitto divino”

In aggiunta ai Virtual Tour (VRTour) delle sezioni permanenti del Civico Museo Archeologico di Milano abbiamo realizzato quello della mostra temporanea “Sotto il Cielo di Nut. Egitto divino”, ospitata tra marzo 2020 e aprile 2021 presso il museo. Il tour permette di spostarsi nel percorso espositivo utilizzando una vista a 360 gradi,  avvicinandosi alle teche e ai pezzi esposti grazie al buon livello di precisione raggiunto dallo zoom. Anche in questo caso sono stati inseriti dei pulsanti aggiuntivi che, integrano contenuti come fotografie ad alta risoluzione e scansioni 3D dei pezzi esposti, fornendo maggiore chiarezza al visitatore virtuale. 





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video





Per le riprese ad alta definizione che compongono il filmato degli ambienti esterni e interni del Castello Sforzesco abbiamo utilizzato una camera professionale URSA Mini 4.6K, una videocamera dalla tecnologia avanzata usata come standard per le produzioni di film cinematografici, servendoci di slider per le riprese in slow motion e still life in movimento.

Per le riprese da drone drone abbiamo utilizzato un drone Mavic Pro e i filmati prodotti sono stati esportati e rielaborati in un processo di post-produzione comprendente color correction e montaggio in un unico filmato.









Realtà Aumentata – Civico Museo Archeologico Platina




Ricostruzione virtuale attraverso realtà aumentata

Ricostruzione attraverso Realtà Aumentata di un ambiente della Domus del Labirinto (Calvatone, CR); creazione di animazione con personaggi all’interno della ricostruzione del labirinto. 

Incaricati dal Comune di Piadena e dal Museo Archeologico Platina, abbiamo realizzato un’applicazione che sfrutta le tecnologie di realtà aumentata per presentare al visitatore il triclinio della Domus del Labirinto nel Museo di Piadena. L’applicazione è stata fatta a seguito della mostra “Dentro e fuori il labirinto – Abitare a Bedriacum” che ha visto tra i vari partner organizzatori della manifestazione il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Lombardia e l’Università degli Studi di Milano.

Il Museo archeologico Platina, punto di riferimento per la parte orientale della provincia di Cremona, dove sono confluiti i materiali archeologici rinvenuti nel Piadenese e nelle aree circostanti, ospita collezioni che offrono al visitatore un ricco quadro del popolamento umano del territorio dal Paleolitico Superiore all’Alto Medioevo. L’importanza delle sue raccolte nasce dalla ricchezza di rinvenimenti nel territorio e dalla precocità delle ricerche archeologiche, che si susseguono a partire dalla seconda metà del XIX secolo. La sezione dedicata alla cittadina romana di Bedriacum custodisce una ricca collezione di pregiati reperti provenienti dalla Domus del Labirinto.

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Bedriacum e le ricerche archeologiche

Le testimonianze archeologiche del sito di Bedriacum raccontano il processo di romanizzazione che ebbe inizio dalla seconda metà del II sec. a.C, documentato da vasellame per la mensa. Il sito testimonia la presenza di una cittadina oggi situata nel territorio della vicina Calvatone e in origine strategicamente situata nel punto in cui il fiume Oglio si interseca con la via Postumia. A partire dagli anni ’50 si è aperta una nuova e decisiva fase di ricerche archeologiche. Tra il 1957 e il 1961 , per la prima volta in questo sito, grazie all’applicazione del metodo stratigrafico di ricerca archeologica, è stato possibile inserire il sito romano in un quadro topografico e individuare delle strutture utili a definire l’impianto urbanistico dell’abitato. 

La fase più recente delle ricerche archeologiche a Calvatone, in località Sant’Andrea, prende avvio nel 1986, con il “progetto Calvatone” diretto dalla prof. Maria Teresa Grassi, che vede la collaborazione tra la Soprintendenza Archeologica della Lombardia (SAPAB – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona Lodi e Mantova), l’Istituto di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano (oggi Settore di Archeologia del Dipartimento di Beni culturali e ambientali) e l’Istituto di Archeologia dell’Università degli Studi di Pavia (poi Sezione di Archeologia del Dipartimento di Scienze dell’Antichità).
Dal 2001 al 2006
e dal 2014 al 2016 le indagini archeologiche si sono concentrate nell’area in cui era stata parzialmente riportata in luce nel 1959 la cosiddetta Domus del Labirinto.

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Il Triclinio

Nella sezione del Museo di Piadena dedicata alla mostra si trova una parziale ricostruzione della domus del Labirinto e dei suoi triclini. Il triclinio è uno degli ambienti più caratteristici delle residenze romane: una sala per i banchetti che ospitava tre letti (klinai in greco) disposti a U. La domus del Labirinto si distingue per la presenza di due di questi ambienti contrapposti: uno dei due, con ingresso a est probabilmente utilizzato nella stagione estiva perché più fresco al tramonto, ospitava il mosaico che ha dato il nome alla domus.




Il mosaico del Labirinto

Individuato nel 1959 e asportato per volontà della Soprintendenza, è stato collocato nel Museo Platina, sottoposto a restauro e integrazioni. Rappresenta il leggendario labirinto di Cnosso, inquadrato in una cornice bianca e nera che rappresenta mura con torri angolari; nel riquadro centrale si vede il Minotauro, ferito a morte. Il mosaico è esposto evocando la sua posizione originale, al centro della stanza di cui è protagonista, circondato dai tre letti tricliniari. Il motivo del labirinto ha sempre avuto un forte valore simbolico tra realtà e leggenda.


modellazione 3d

La fase di lavoro di modellazione 3D del triclinio e del labirinto è stata realizzata utilizzando programmi open source tra cui Blender, che comprende strumenti di modellazione, animazione, rendering e Gimp per la rielaborazione digitale delle immagini.




APPLICAZIONE DI REALTÀ AUMENTATA

Il risultato finale del nostro intervento consiste nello sviluppo di uno strumento intuitivo e non invasivo, utilizzabile con tablet fornito dal museo. La ricostruzione è utile al visitatore per immaginare senza sforzo un ambiente che non esiste più, mantenendo sempre vivo il focus sul prezioso mosaico conservato nel museo. L’esperienza di gioco, avvicina anche i più piccoli alla visita e alla spiegazione del mito del Minotauro del Labirinto.

La App è nativa e scritta in linguaggio Android ed è stata creata ad hoc per il dispositivo Samsung Galaxy Tab S6 Lite sfruttando le librerie open source Google AR Core. 

La App non è scaricabile, ma creata appositamente per il tablet che viene fornito dal museo al mediatore culturale, offrendo in questo modo un’esperienza personalizzata e di alto livello. 

Utilizzando la tecnologia di realtà aumentata abbiamo proposto due diverse esperienze al visitatore che si trova davanti al mosaico del Labirinto. Sfruttando la fotocamera del tablet per inquadrare il marker, costituito da un’immagine che rimanda al tema del banchetto, l’utente può scegliere due possibilità di esplorazione dell’ambiente.

La prima, è la ricostruzione virtuale del triclinio: ruotando il tablet sarà possibile immergersi all’interno delle pareti della stanza.
La seconda è un’esperienza che avvicina la visita al gioco. Si potrà infatti assistere a un combattimento virtuale tra Teseo e il Minotauro all’interno del labirinto reale, che diventa il campo di battaglia circondato dalle sue mura e torri.



Visita del Triclinio

Conoscendo, grazie ai dati archeologici, l’epoca di realizzazione e utilizzo della struttura, che si colloca a 2000 anni fa, abbiamo ricostruito idealmente, sempre traendo spunto da alcuni esemplari coevi, gli alzati e gli arredi del triclinio che ospitava il mosaico del Labirinto: dagli affreschi acquerellati ad alcuni arredi tra cui un candelabro e una lucerna a volute. Anche per la resa dei lettini (klinai), di cui solo una riproduzione fisica è presente all’interno del museo, la loro ricostruzione è stata possibile grazie al confronto con gli unici esemplari esistenti dello stesso periodo rinvenuti a Pompei.




Il Minotauro e Teseo

In questa esperienza di gamification il labirinto reale diventa il campo di battaglia per il combattimento tra il Teseo e il Minotauro. Tutt’intorno la ricostruzione degli alzati rappresenta la decorazione posta ai lati del labirinto: si possono infatti individuare le mura con torri angolari e l’ingresso a due archi. I personaggi partono da due estremi opposti per poi incrociarsi al centro del labirinto dove Teseo sconfigge il Minotauro. L’eroe, che non è presente sul disegno al centro del mosaico, è rappresentato nella nostra ricostruzione virtuale come un soldato repubblicano con il tipico abbigliamento e le armi del periodo: anche in questo caso abbiamo optato per un approccio di rappresentazione in linea con il periodo storico a cui risale la domus.




APP Mare Natura Sicilia

App Mare Natura Sicilia

Per il progetto interregionale “Mare Natura Sicilia. Itinerari Subacquei e Nautici”, abbiamo realizzato l’applicazione mobile MNS (Mare Natura Sicilia) che descrive il ricco patrimonio delle località aderenti all’iniziativa. Attraverso un viaggio multimediale, la Sicilia mostra le sue isole e i suoi paesaggi, gioielli di rara bellezza e valore che vengono raccontati secondo approfondimenti di archeologia, storia, architettura, natura e tradizioni.

Progetto finanziato con risorse di cui al Progetto d’Eccellenza “Itinerari per la valorizzazione del turismo naturalistico” di cui alla L. 296/2006 art 1 c. 1228. Progetto “Mare Natura Sicilia – Itinerari subacquei e nautici” – CUP G69D13000510003

 

Traccia

Traccia

“Traccia” è una proposta di App per Iphone basata su sistemi di geolocalizzazione urbana per l’identificazione dei luoghi della cultura diffusi per la città.

Le features principali dell’applicazione sono la geolocalizzazione, ovvero l’individuazione su mappa della posizione geografica di ciascun luogo di cultura; le schede informative, le quali descrivono la storia del luogo ed eventuali curiosità a riguardo; la sezione dei “preferiti”, in cui è possibile salvare tutti i Beni che sono maggiormente piaciuti e, per finire, la sezione “Itinerari”, la possibilità di creare percorsi personalizzati in base agli interessi del fruitore dell’applicazione.

L’idea di quest’App è nata allo scopo di dare al visitatore un mezzo semplice e intuitivo per accedere al Bene Culturale di una città, conoscere le sue particolarità e il nesso tra quest’ultimo e il territorio che gentilmente lo ospita. 

Rex & the City

APP REX AND THE CITY

In occasione della mostra Rex and the City. I Sauri e noi presso il Mudec – Museo delle Culture di Milano, è stata realizzata un’apposita applicazione per smartphone contenente approfondimenti e contenuti aggiuntivi rispetto agli apparati didattici presenti in mostra.

Tra le sale espositive erano presenti anche diversi QR Code relativi alle opere: inquadrandoli con la fotocamera, l’applicazione decifra il codice e riporta il contenuto relativo sul display. Per coloro che scaricavano l’applicazione, veniva offerta dal museo un Cardboard, ovvero un visore VR da indossare come un paio di occhiali al cui interno viene introdotto lo smartphone. Per ciascuna opera esposta dotata di QR Code, è stata creata un’immagine sferica a 360° generata per diversi scopi: entrare all’interno di un libro, vedere sia la collocazione originaria del reperto che di altri affini, e molto altro ancora.

L’App di realtà virtuale immersiva, “Rex and the city”, disponibile per i sistemi operativi Android e scaricabile gratuitamente da Google Play Store, ci è stata commissionata da Neoarcheologia ed è stata realizzata con il contributo degli alunni della classe III D del liceo scientifico Albert Einstein di Milano. Gli alunni che hanno partecipato aderivano al progetto di Alternanza scuola-lavoro, un’iniziativa del Miur – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che prevede per gli alunni delle scuole superiori lo svolgimento di tirocini curricolari per agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza e la sperimentazione di un ambito lavorativo.

Un bell’esempio di collaborazione, cooperazione con i giovani e innovazione per i Beni Culturali.

Le immagini dell’installazione sono state prese dal seguente sito http://www.tquattro.com/portfolio/mudec-rex-and-the-city/

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Rex and the city. I Sauri e noi

Sabato 8 Luglio 2017 e Domenica 9 Luglio 2017 MUDEC – Museo delle Culture